Museo Civico Archeologico
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Nella fase centrale dell'eta del bronzo medio, tra il 1550 e il 1450 a.C. si assiste ad un mutamento radicale nella strategia di occupazione della pianura a sud del Po.
Nasce un nuovo tipo di insediamento: la terramara, un abitato costituito da capanne poste su un impalcato ligneo, cinto da un argine e da un fossato.
La capillare distribuzione dei villaggi terramaricoli, posti a 5/6 km di distanza l’uno dall’altro, l’omogeneità delle strutture abitative, oltre ad una notevole uniformità degli oggetti rinvenuti, documenta una solida organizzazione su base territoriale.
L’economia degli insediamenti terramaricoli era fondata sull’agricoltura e sull’allevamento, misto di ovi-caprini, bovini e suini.
La produzione della ceramica, utilizzata per la conservazione delle derrate e per la mensa, è caratterizzata da forme e decorazioni diffuse in modo omogeneo su gran parte del territorio della pianura, anche a nord del Po.
Le ciotole e le scodelle, destinate al consumo del cibo, presentano un impasto ceramico fine e un’elegante superficie lucidata; peculiari delle forme terramaricole sono le anse con decorazioni a forma di corna; la cura con cui venivano realizzate denota l’importante significato, forse anche di carattere simbolico, che esse rivestivano.
Le variazioni delle loro forme, spesso fantasiose ed elaborate, unite all’evoluzione dei profili e delle decorazioni dei recipienti su cui erano modellate, costituiscono un valido elemento per definire l’evoluzione cronologica della produzione ceramica terramaricola e individuarne le diverse influenze culturali.