Museo Civico Archeologico
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Le due statue furono rinvenute, insieme ad altre dodici, all'interno di un pozzetto votivo di un santuario etrusco all'aperto, situato sull'Appennino bolognese, tra le valli del Reno e del Setta.
L'uomo indossa un corto mantello che si avvolge intorno al braccio sinistro, con la mano destra regge una patera, una bassa coppa priva di manici. E' ritratto nel tipico gesto rituale della libagione, che consiste nel versare sull'altare o a terra vino, latte o altri liquidi in onore degli dei. La donna invece indossa un chitone aderente cinto in vita e reca nella mano destra un pomo e nella sinistra un fiore, in segno di offerta. La dimensione e la raffinata esecuzione delle statuette, molto curate in tutti i particolari dell'elegante abbigliamento, indicano che dovevano costituire offerte di un certo pregio. Dal punto di vista stilistico è molto evidente il richiamo ai modelli della statuaria greca, con particolare riferimento alle raffigurazioni dei kouroi e alle korai dell'Arcaismo. Tuttavia alcuni particolari, quali la resa della chioma e della potente muscolatura, insieme alla costruzione complessiva delle figure, dimostrano che le statue sono opera di un artigiano etrusco, attivo in una bottega dell'Etruria settentrionale.
Provenienza: Grizzana (Bologna). Stipe votiva di Monte Acuto Ragazza
Datazione: 480 a.C. circa
Materiale: bronzo
Dimensione: altezza cm 22,3; altezza cm 22,2
Numero di inventario: 27816