Museo Civico Archeologico
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Attorno al 530 a.C., nell’atelier del ceramista Exechias ad Atene, il pittore Andokides cominciò a sperimentare una nuova tecnica decorativa della ceramica, che consisteva nel risparmiare le figure sul fondo color terracotta del vaso, anziché dipingerle in nero sullo stesso. Ne risultarono così alcune opere “bilingui”, in cui le scene venivano realizzate su un lato con la tecnica a figure nere, sull’altro con quella di nuova invenzione a figure rosse.
Questa anfora, da attribuire allo stesso Andokides, è l’unico esemplare finora rinvenuto in Etruria padana che testimonia questa particolare produzione.
A differenza di altri vasi su cui la medesima scena viene eseguita nelle due diverse tecniche sui due lati, qui gli episodi raffigurati sono diversi: da una parte Eracle che, assistito da Iolao e in presenza di Atena, uccide il leone nemeo; dall’altra Dioniso a banchetto, con accanto Arianna che suona la cetra e due Sileni.
L’anfora, pezzo di importazione di altissima qualità, costituiva l’unico oggetto di corredo di una tomba ad incinerazione, in cui i resti delle ossa erano stranamente stati deposti in un angolo della fossa, al di fuori del vaso.
Provenienza: Bologna, necropoli Arnoaldi, tomba 85
Datazione: 530-520 a.C.
Materiale: ceramica
Numero di inventario: 18017