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La ceramica comune in epoca romana

Nel mondo romano non si è mai sviluppata una produzione ceramica di elevato valore artistico, come invece accadde nel mondo greco.
Le officine romane erano in grado di realizzare grandi quantità di vasi, usando procedimenti meccanici.

Informazioni aggiuntive

La ceramica destinata all’uso domestico quotidiano era la cosiddetta "ceramica comune", prodotta in tutto il mondo romano in fabbriche vicine al luogo di consumo, talvolta anche in officine a carattere familiare, per evitare elevati costi di trasporto.
In generale essa è realizzata o in un impasto chiaro e privo di impurità, usato sulla tavola delle persone meno abbienti, o in un impasto grezzo, usato per conservare gli alimenti e per la cottura sulla brace.
Le forme più diffuse per la cottura sono la teglia, la pentola e l'olla, quest’ultima usata anche per la conservazione degli alimenti.
Il piatto, la coppa, il bicchiere, la brocca e l’olpe erano impiegati per servire cibi e bevande.
In ceramica comune sono realizzate anche forme di grandi dimensioni: il catino, il mortaio per tritare gli alimenti e il dolio, grande recipiente da conserva. In virtù della loro praticità, alcune di queste forme rimasero in uso così a lungo da risultare spesso difficilmente databili.

Provenienza: Sconosciuta; Collezione Palagi
Datazione: I sec. a.C.-I sec.d.C.
Materiale: Ceramica
Dimensione: Alt. cm 24,2
Numero di inventario: Rom 1490

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