Museo Civico Archeologico
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Verso la metà del I secolo a.C., nell’area siropalestinese, fu inventata la tecnica della soffiatura del vetro, introdotta nel mondo romano durante l’età augustea.
Il nuovo metodo rappresentò una rivoluzione nel campo dell’arte vetraria, poiché la velocità del nuovo procedimento di realizzazione permise di accelerare i ritmi di produzione, consentendo di ottenere una maggiore quantità di oggetti e determinando il crollo dei prezzi sul mercato.
Ben presto si moltiplicarono i centri di produzione specializzati nella fabbricazione di balsamari e ampolle, di vasellame comune e di preziosi contenitori da mensa.
Il vasellame in vetro cominciò ben presto a competere con quello in ceramica e metallo non solo per il basso costo, ma anche perché particolarmente adatto alla conservazione di cibi e bevande, oltre che per la bellezza della sua trasparenza e per la facilità con cui poteva essere pulito.
Le olle, per lo più in vetro soffiato comune, nascono nel mondo romano come contenitori da cucina e da dispensa, per la conservazione dei liquidi e delle vivande, ma anche da mensa, per il servizio di frutta e altri cibi nei banchetti. Ben presto, tuttavia, cominciano a essere utilizzate anche come urne cinerarie all’interno delle necropoli, da cui provengono la maggior parte degli esemplari conservati. Sono diffuse soprattutto nelle province occidentali e in area nord-italica, dalla metà del I al II secolo d.C., più raramente nel III, quando va via via scomparendo il rito della cremazione.
Provenienza: Sconosciuta; Collezione Palagi
Datazione: Metà del I-II sec. d.C.
Materiale: Vetro soffiato verde
Dimensione: Altezza cm 23,5
Numero di inventario: Rom 92