Museo Civico Archeologico
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La medaglia, eseguita da Matteo de' Pasti probabilmente tra il 1446 e il 1450, è considerata una delle più alte espressioni artistiche del Rinascimento per l'incisività del ritratto e per l'equilibrio compositivo. La tipologia del rovescio dell'occhio alato, probabilmente concepita dallo stesso Alberti, deriva certamente dall'iconografia egiziana dell'occhio udjat di Horus, come dimostra un passo del De re aedificatoria: "Quanto agli Egizi si servivano di simboli figurati, così: un occhio significava la divinità e così via".
Nella raffigurazione ricorre il numero sette, tante sono le fiamme sotto l'occhio e il numero delle lettere che compongono la legenda QUID TUM (allora dunque), come sette sono i giorni della creazioni o i pianeti. Matteo de' Pasti, che firma la medaglia alla maniera del Pisanello (MATTHAEI.PASTII.VERONENSI.OPVS = opera di Matteo de' Pasti veronese) fu architetto, scultore, pittore, oltre che medaglista; attivo a Venezia, si trasferì nel 1446 a Rimini dove collaborò con l'Alberti al rifacimento del Tempio Malatestiano.
Provenienza: Collezione Universitaria
Datazione: 1447
Materiale: bronzo
Dimensione: diametro mm 87
Numero di inventario: 22730