statua – Antico Regno: IV dinastia (2640-2520 a.C.)
La statua, stilisticamente databile alla IV dinastia (2640-2520 a.C.), quella dei costruttori delle grandi piramidi, fu scolpita negli ateliers regali della capitale del tempo, Menfi, per essere deposta in una sepoltura privata delle sue necropoli. Durante l’Antico Regno, infatti, il faraone concedeva solo a pochi privilegiati il diritto ad avere una sepoltura e un corredo funerario tali da garantire loro una sopravvivenza dopo la morte. La statua ne era un elemento fondamentale: essa permetteva al Ka, una delle entità spirituali dell’individuo, di ricevere le offerte in cibo e in bevande necessarie alla vita eterna del defunto. Il personaggio raffigurato, del quale si ignorano sia il nome che il ruolo, poiché la scultura è priva di iscrizioni, ottenne questo privilegio allo scopo di continuare a far parte della corte ultraterrena del suo sovrano. La statua, di dimensioni molto inferiori al naturale, lo mostra seduto su un seggio cubico che ha un duplice prolungamento nel pilastrino dorsale e nella base d’appoggio per i piedi. Il corpo, modellato per grandi masse, è rivestito da un gonnellino corto e appena accennato. Molto accurata è la resa della parrucca con taglio centrale e del volto che, tramandando i tratti somatici idealizzati del proprietario, identificava la scultura a quel solo individuo.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Microdiorite, scultura
Dimensioni: Altezza: 35.5 cm - Larghezza: 15.5 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1826
Bibliografia: Nizzoli, Giuseppe, Catalogo Dettagliato della Raccolta di Antichità Egizie..., Alessandria d’Egitto, 1827, pp. 17-18; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 5; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, n. 470; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 1; tavv. XXII-XXIV; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 3; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 50; Sparagni, Tulliola, Un diavolo per capello. Dalla sfinge a Warhol Arte Acconciatura Società, Milano, 2006, B 56.