statuetta – Medio Regno: XIII dinastia, regno di Djehuti (1680-1650 a.C.)
La statuetta, mancante della testa, raffigura un dignitario di nome Seneb, accoccolato a terra a gambe incrociate e avvolto in un ampio mantello. Come in molte altre statue di questo tipo, risalenti al tardo Medio Regno, le uniche parti visibili del corpo sono il collo che fuoriesce da uno scollo a V, le mani -la sinistra appoggiata al petto, la destra chiusa a reggere i bordi del mantello- e le estremità inferiori delle gambe, dal ginocchio al piede. La formula in caratteri geroglifici incisa sul basamento quadrangolare della statua e sul mantello, quasi si trattasse di un rotolo di papiro, è di tipo funerario ed è indirizzata al dio dell’oltretomba Osiri perché Seneb possa godere di “ogni cosa pura, bella e viva” in eterno. Il fatto che Osiri vi sia chiamato signore di Anekhtaui, era questo il nome della necropoli di Menfi, induce a credere che la statuetta provenga da quell’area sepolcrale. I titoli e i nomi menzionati nel testo, oltre alla tipologia scultorea del personaggio ammantato e seduto alla maniera di uno scriba, ne fanno ipotizzare una datazione piuttosto precisa al regno di Djehuti, a fine XIII dinastia (1680-1650 a.C.).
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Microdiorite, incisione a incavo
Dimensioni: Altezza: 14.5 cm - Larghezza: 10 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1839
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1839; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 12; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 4; tavv. XXX-XXXI; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 28; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 57.