Museo Civico Archeologico

statua – Epoca Tarda: XXVI dinastia, regno di Apries (589-570 a.C.) (?) La testa apparteneva a una statua regale di notevole valore artistico ed è riconoscibile come tale per la presenza della corona azzurra, il tipico casco in cuoio indossato in guerra dai faraoni egiziani, sulla quale campeggia un serpente urèo dalle volute a doppia spirale. Ciò che resta dell’iscrizione sul pilastrino addossato alla testa, non permette di stabilire il nome del faraone che potrebbe essere identificato sulla base dei tratti somatici, seppur idealizzati, con Apries (589-570 a.C.) o suo padre e predecessore Psammetico II (595-589 a.C.): il volto è un ovale con gli zigomi e il mento prominenti; gli occhi piccoli, a mandorla e un poco inclinati verso le tempie, sono allungati dal cosmetico; le sopracciglia sottili si uniscono al setto nasale quasi a formare una T per piegare verso il basso all’altezza delle tempie; la piccola bocca dalle labbra serrate e sorridenti evidenzia la pienezza delle guance. Inconfondibile è invece lo stile di esecuzione, tipico della XXVI dinastia (664-525 a.C.) alla quale appartennero questi sovrani e caratterizzato dal modellato morbido dei volumi, dall’estrema levigatezza delle superfici, dalla riduzione all’essenziale di tutti gli elementi decorativi, ai quali si aggiunge il sorriso appena accennato e steriotipato che rasserena i tratti del volto.