elemento decorativo – Terzo Periodo Intermedio: XXIII dinastia (823-716 a.C.), regno di Sehibra (?)
Questo pannello ligneo, lavorato a traforo e un tempo arricchito da inserti in pasta vitrea e/o altro materiale pregiato, apparteneva a un piccolo tempietto (naos) o arredo sacro. Il pannello mostra una cerimonia templare: ne è unico officiante il faraone Sehibra, riconoscibile per il cartiglio sopra cui è inginocchiato. Il sovrano, protetto dalle grandi ali di una dea, forse Isi, tiene nelle mani davanti a sé un canestro sormontato dall’occhio udjat, “risanato”, e dal segno nefer, l’aggettivo che significa “bello” o “buono”, da offrire alla divinità. Questo rito si ripeteva ogni giorno all’interno dei numerosi templi egiziani, ed era il re, quale garante supremo di Maat (verità, giustizia e ordine cosmico) sulla terra, quale intermediario privilegiato tra il mondo umano e il mondo divino, a doverlo celebrare; non potendo svolgere tale funzione contemporaneamente in tutto il paese, il faraone si faceva sostituire dal sommo sacerdote di ogni tempio. La sua partecipazione al rito era comunque garantita dai rilievi parietali, dalle sculture, dagli elementi decorativi, presenti all’interno dell’area sacra, che lo raffiguravano al cospetto della divinità.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Legno, intaglio a traforo
Dimensioni: Altezza: 25.5 cm - Larghezza: 15 cm - Spessore: 1 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_0289
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 289; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 202; tav. 58; Bresciani, Edda, La collezione egizia del Museo Civico di Bologna, Ravenna, 1975, pp. 65-66; tav. 41; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 104; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 91; Ziegler, Christiane, I Faraoni, Milano, 2002, n. 81.