statua – Nuovo Regno: fine XVIII dinastia (1539-1292 a.C.)
Il gruppo scultoreo a nome dei coniugi Marimaat e Nefertari è una delle tante testimonianze della raffinatezza di vita e di costumi, così come del benessere diffuso, che l’Egitto del Nuovo Regno (1539-1075 a.C.) vive in quanto potenza incontestata del Mediterraneo vicino-orientale. Merimaat era un alto funzionario di corte, mentre Nefertari era una “musicista di Amon”, ed è probabile che entrambi svolgessero le loro mansioni a Tebe. La statua, a destinazione funeraria, ripete lo schema tipico della coppia di coniugi seduti affiancati e abbracciati nell’auspicio di una vita eterna comune. Anche in questo caso, come in molti altri, è la moglie a circondare con affetto la schiena del marito, gesto che l’alto schienale del seggio lascia solo intuire. Il cattivo stato di conservazione della scultura, pesantemente lacunosa in corrispondenza della figura di Nefertari, impedisce di gustarne a pieno l’armonia compositiva, ma non l’alta qualità tecnica di esecuzione che risulta evidente nella levigatezza superficiale del calcare, un tempo colorato, nella cura per i dettagli della veste in bisso di lino plissettato e dell’elaborata parrucca a fitti boccoli di Merimaat. Il volto con gli occhi a mandorla inclinati verso le tempie e l’espressione imbronciata della bocca, il tipo di parrucca e l’abito di Marimaat, assieme al profilo molle di entrambi i corpi dai ventri accentuati, datano stilisticamente la statua alla parte finale della XVIII dinastia.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Calcare dipinto, incisione a incavo
Dimensioni: Altezza: 56 cm - Larghezza: 35 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1813
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1813; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 19; tavv. LXVII-LXIX; Morigi Govi, Cristiana, Dalla stanza delle Antichità al Museo Civico. Storia della formazione del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1984, n. 92; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 88; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 81; Sparagni, Tulliola, Un diavolo per capello. Dalla sfinge a Warhol Arte Acconciatura Società, Milano, 2006, B 67.