Disegno di Legge sulla impignorabilità della prima casa e degli immobili strumentali alle imprese

Lunedì 22 giugno il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, su proposta della Giunta, sul Disegno di Legge sulla impignorabilità della prima casa e degli immobili strumentali alle imprese. L'assessore alla Legalità e coordinatrice regionale del Coordinamento di Avviso Pubblico dell’Emilia Romagna spiega l'importanza di questo atto.

""Il Disegno di Legge sulla impignorabilità della prima casa e degli immobili strumentali alle imprese, redatto da Avviso Pubblico, è giunto al Parlamento della Repubblica, ed è stato assegnato all'esame delle Commissioni Giustizia e Finanze.

Nelle more del completamento dell'esame parlamentare, è però necessaria una moratoria, per almeno 24 mesi, dei procedimenti immobiliari (aste giudiziali) nei Tribunali della Repubblica.

Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato all'unanimità un Ordine del Giorno che chiede:
1) Al Governo, di adottare, nei tempi più rapidi possibili, un provvedimento di urgenza con cui sia disposta la sospensione per almeno 24 mesi, e comunque fino alla definizione dell’esame del Disegno di Legge (Camera dei Deputati, C.2778, pres. il 16/12/2014), di tutte le procedure esecutive immobiliari pendenti in tutti i Tribunali della Repubblica, quando i beni che ne costituiscano l’oggetto siano quelli di cui all’art. 1 del disegno di legge.;
2) Ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, di garantire al Disegno di Legge in questione un esame quanto più rapido.

Noi sosteniamo in maniera convinta questa iniziativa che non vuole suscitare facili consensi, ma aggredire i nodi di un sistema in parte iniquo e in parte distinto da infiltrazioni criminali, con strumenti equilibrati e soluzioni praticabili.
Una proposta, che ha preso le mosse da un evento tragico, amplificato dai media nazionali, la morte del signor Giovanni Guarascio, datosi fuoco in strada nell’estremo tentativo di salvare il proprio nucleo familiare dalla perdita della propria abitazione, dopo esserne stato spogliato a seguito dell’incedere di una procedura esecutiva immobiliare.

Per quanto eclatante, il dramma allora vissuto da quella famiglia, non è isolato, coincidendo con quello che centinaia di migliaia di cittadini italiani stanno vivendo in ogni area del Paese, a causa dell'incalzare della crisi ma anche di disposizioni legislative, in alcuni casi irrazionalmente brutali, che hanno moltiplicato disgregazione dei tessuti familiari e sociali, determinando esclusione e marginalità. 
Donne ed uomini cui spesso, anche per cifre irrisorie, viene sottratta la casa o l'immobile in cui essi esercitano la propria attività, anche quando questi costituiscano l'unico alloggio e l'unica opportunità per un minimo sostentamento. 
A queste tragedie si aggiungono comportamenti di spregiudicatezza estrema da parte di singoli e di gruppi diretti a lucrare sulle difficoltà altrui. 
Molte Procure hanno dimostrato come le aste immobiliari siano frequentate anche da soggetti e gruppi criminali, mentre è l'esperienza a dare atto della partecipazione di soggetti e gruppi che, seppure non legati alla criminalità organizzata, sono dediti a pratiche spregiudicate e dirette a lucrare sulle difficoltà economiche altrui. 

In questo senso é paradossale, che non sia stato ritenuto necessario stabilire, ai fini tanto dell’accesso ai benefici che della partecipazione alle procedure espropriative nella qualità di offerenti, la necessità del possesso di requisiti morali e di ordine pubblico, nonostante le inchieste avviate da crmininalità e sciacallaggio.

Partendo da queste premesse, i Sindaci si sono posti il problema del come determinare i presupposti per una riforma di alcune norme del nostro sistema, così da impedire, nei limiti del possibile, che tristissime situazioni come quella cui si è fatto cenno, potessero ripetersi nel futuro. Da qui la stesura del primo testo del disegno di legge".