Il nome di Arturo Peregalli è certamente poco conosciuto anche
a lettori ed esperti di storia.
Nato nel 1948 in provincia di Sondrio, trasferitosi con la famiglia-
padre operaio- a Milano, nel ’66, studente nelle scuole serali per lavoratori,
inizia la sua attività nella Federazione giovanile comunista e quindi
nelle piccole formazioni della sinistra comunista di ispirazione bordighista.
Diplomatosi ragioniere alle scuole serali è assunto alla Biblioteca
nazionale braidense, dove lavorerà per trent’anni. L’interesse per
la storia delle dissidenze comuniste lo porta allo studio di aspetti mai
indagati e sepolti nelle “vulgate” delle interpretazioni vincenti.
Nel ’76 pubblica Introduzione allo studio della Cina (Ceidem, Pistoia).
La valutazione della natura borghese del maoismo e della Repubblica popolare
cinese lo pone in totale controtendenza rispetto ad ogni “vulgata” presente
nella sinistra, storica e nuova.
Eguale l’anticonformismo del suo secondo lavoro, Il comunismo di sinistra
e Gramsci (Bari, Dedalo, 1978), in cui, attraverso scritti dei comunisti
di sinistra (soprattutto Bordiga) viene ridimensionato il ruolo di Gramsci,
considerato portatore di una concezione idealista nella politica e nel
pensiero marxista.
Seguono altri lavori, sul patto Hitler-Stalin nel ’39, sul capitalismo
di stato in URSS, ma il suo interesse si concentra prevalentemente sulla
figura di Amadeo Bordiga, sulla sinistra che a lui, anche se in modo contraddittorio
e con numerose divisioni, fa capo.
Per la Graphos di Genova pubblica nel ’91 un testo che gli dà
una certa notorietà, L’altra Resistenza. Il PCI e le opposizioni
di sinistra, 1943-1945, studio sulle eresie di sinistra sconosciute nella
loro evoluzione e nel ’93 Stalinismo. Nascita e affermazione di un regime.
Da allora, la partecipazione a convegni e a lavori collettivi su questi
temi, l’attento impegno per la ricostruzione, difficilissima, della bibliografia
del rivoluzionario napoletano, numerosi testi, sempre per case editrici,
“di nicchia”, il maggiore dei quali è senza dubbio Amadeo Bordiga.
La sconfitta e gli anni oscuri. 1926-1945 (Paderno Dugnano 1998), primo
tassello della prevista ricostruzione dell’intera storia della sinistra
internazionalista (bordighista), possibile anche per la nascita della Fondazione
Bordiga e per l’utilizzo dell’archivio, da decenni inutilizzato, esistente
presso la villa di Formia, non più abitata dopo la morte della vedova,
Antonietta, del comunista napoletano.
Dal 1998 un tumore colpisce Peregalli e limita il suo lavoro che però
continua, con fasi alterne, sino alla morte, nel giugno 2001.
Il Centro studi Pietro Tresso, che da anni raccoglie e pubblica documentazione
sulle “eresie marxiste”, raccoglie in un quaderno la bibliografia delle
opere di Peregalli (centinaia tra libri, saggi, articoli, interventi a
convegni) e alcuni scritti che ripropongono la sua figura umana e intellettuale.
E’ l’omaggio ad uno studioso significativo che comprende anche l’auspicio
alla continuazione e all’approfondimento degli studi su tematiche purtroppo
sono state poco percorse dagli storici.
Sergio Dalmasso