Questa cronologia copre gli anni dell’esistenza di Democrazia proletaria
come soggetto politico organizzato, dal 1978 al 1991, e sinteticamente
gli anni precedenti, dal 1972 al 1977, in cui si è svolto il percorso
che ha portato alla nascita del partito, soprattutto il 1975 e il 1976,
anni nei quali Democrazia proletaria è stata la sigla del cartello
elettorale alle amministrative e alle politiche, e il 1977, anno in cui
nasce la Costituente di Democrazia proletaria. Sono qui considerate le
attività di Dp nazionale, perciò non vengono considerate
le attività delle federazioni, e di tutte le altre organizzazioni
territoriali del partito, tranne in quei casi in cui avvenimenti locali
hanno assunto una portata nazionale. La cronologia è suddivisa in
un periodo precedente alla nascita di Dp come soggetto politico organizzato,
e in cinque periodi per quanto riguarda l’esistenza di Dp come partito,
dal 1977 al 1991.
Per quanto riguarda il primo periodo, precedente alla fondazione del
partito, è stato suddiviso in due fasi: la fase delle tendenze al
coordinamento e all’unione delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria
(1972-1974), e la fase del cartello elettorale di Democrazia proletaria
(1975-1976).
Come termine di inizio della prima fase sono state considerate le elezioni
politiche del 1972, dalle quali nacque l’esigenza di evitare nel futuro
la dispersione dei voti tra varie liste della sinistra rivoluzionaria.
Da qui le lontane origini di Dp.
Le origini più immediate di Dp sono state invece il cartello
elettorale, fase in cui si avviano i processi di scissioni e di aggregazioni
di diverse forze politiche da cui nascerà poi Dp. Il nuovo partito
non nasce come un soggetto politico omogeneo, anzi, inizialmente, la sigla
Democrazia proletaria è solo un cartello elettorale.Esso raggiungerà
l’omogeneità a partire dalla Costituente di Dp (1977). Dp si forma
quando inizia il "riflusso" del ciclo di lotte iniziato alla fine degli
anni sessanta, ed è l’unica forza politica (insieme al Partito radicale,
che fino ai primi anni ottanta si considerava e veniva considerata come
un partito dell’area della nuova sinistra) che si istituzionalizza. In
questo primo periodo Dp si caratterizza come partito che resiste al riflusso
e le sua campagne politiche sono imperniate su questa "resistenza": dalla
resistenza operaia (sostegno alle lotte operaie contro il consociativismo
sindacale, referendum sulle liquidazioni) alla resistenza contro la normalizzazione
del dissenso sociale (attenzione alla tematica del garantismo, lotte per
la casa).
La prima fase dell’esistenza di Dp va dall’avvio della costruzione
del partito con la costituente di Dp, nel 1977, al fallimento dell’ipotesi
di Nuova sinistra unita nel 1979. Il fallimento sul piano elettorale è
indicativo del chiudersi di un ciclo di lotte.
Iniziano gli anni più bui, della "resistenza" al riflusso. Questa
seconda fase inizia subito dopo il fallimento dell’ipotesi "movimentista"
di Nsu, quando il congresso del 1980 realisticamente prese atto che la
fase politica costringeva a giocare in difesa. Come termine finale di questa
fase è stato scelto il 1982, sia perché in quell’anno volge
ormai al termine il periodo dell’emergenza, del terrorismo e del pentitismo,
sia perché finisce la fase "resistenziale" di Dp, in cui la priorità
era esistere come organizzazione e opporsi alla normalizzazione e al riflusso.
La fine di questa fase resistenziale è testimoniata dalla elaborazione
di una omogenea cultura politica capace di proposte (ecologia, nucleare
e risorse alternative, nesso lotte operaie-lotte ambientali, critica al
modello di sviluppo capitalistico), dal rafforzarsi dell’organizzazione
e dal consolidamento di un’area di consenso e di simpatia, come testimonia
il ritorno in parlamento.
Il periodo successivo (1983-1987) è quello della maturità
di Dp, ovvero arriva a compimento l’elaborazione di una cultura politica
nuova e originale. Come inizio di questa fase viene considerato il 1983,
anno in cui Dp rientra in parlamento. Il successo elettorale riflette il
consolidamento organizzativo e l’omogeneizzazione del nuovo soggetto politico,
che ha ormai acquisito una sua identità come il partito più
di sinistra in Italia, soprattutto dopo la confluenza del Pdup nel Pci,
e questa identità viene riconosciuta dall’elettorato. Come punto
finale di questa fase si considera il 1987, quando Dp raggiunge il massimo
storico alle elezioni e viene maturando la consapevolezza che il rafforzamento
di Dp non è la strategia adeguata per la costruzione di un blocco
sociale e politico alternativo, vista l’incapacità di Dp di divenire
riferimento credibile per chi voleva costruire un’alternativa di sinistra
al moderatismo del Pci.
In questo periodo Dp raggiunge anche la massima espansione organizzativa.
Questa fase di maturità si caratterizza per l’elaborazione di una
concezione politica complessiva e non più limitata solo a certe
tematiche o a certi settori sociali. Spesso infatti le organizzazioni della
nuova sinistra si occupavano solo delle lotte operaie, delle lotte studentesche
e, in parte, dell’internazionalismo.Anche nel periodo dell’esistenza di
Dp come cartello elettorale e della Costituente, gran parte dell’impegno
politico del costituendo partito fu dedicato alle lotte della resistenza
operaia alla ristrutturazione capitalistica. In tal senso possono anche
essere considerati i referendum sulle liquidazioni e sullo statuto dei
lavoratori, promossi da Dp nel 1981, come i punti più alti della
resistenza operaia. Dp invece, nella fase della maturità, facendo
propria l’esperienza della stagione di lotte degli anni settanta, elabora
una concezione politica complessiva, dedicando la propria attenzione a
tematiche quali la pace, l’ecologia, le lotte di liberazione della Palestina,
del Sudafrica e soprattutto del Nicaragua, e l’elaborazione di un nuovo
terzomondismo, considerando questi temi come diverse facce della messa
in discussione del modello di sviluppo capitalistico.
Nel quarto periodo della storia di Dp (1988-1989) si cercarono nuove
strade per far fronte all’inadeguatezza di Dp come soggetto capace di modificare
gli assetti nella sinistra. Soprattutto, a fronte della crisi del Pci,
sempre più subalterno al Psi, Dp non riesce a divenire, oltre un
certo limite, interlocutore di quella parte di elettorato che vuole una
sinistra combattiva, senza compromessi. Infatti, nonostante le sempre maggiori
perdite elettorali del Pci, Dp non incide che in minima parte su questo
flusso di voti in uscita dal Pci. Inoltre, in quegli anni nasce il soggetto
politico verde, e una parte di Dp pensa che lo sbocco di questo partito
debba consistere nel contribuire a questo soggetto politico, caratterizzandolo
sulle tematiche sociali in aggiunta a quelle ecologiste. Questa prospettiva
viene dibattuta al congresso di Riva del Garda (1988), che è considerato
il punto iniziale di questa fase proprio perché a Riva viene prospettata
e dibattuta l’ipotesi di sbocco di Dp nell’area verde.
Come punto finale di questa fase viene invece considerata la scissione
"arcobaleno" in occasione delle elezioni europee del 1989.
Il quinto periodo (1989-1991) vide Dp imboccare, dopo un travagliato
percorso, la strada che porterà alla confluenza nel Movimento per
la rifondazione comunista (congresso di Riccione del giugno 1991). La prospettiva
della rifondazione dell’area comunista in Italia nasce in seguito alla
scissione arcobaleno in occasione del congresso straordinario di Rimini
del dicembre 1989, per esplicitarsi compiutamente nel corso del 1990, dopo
un dibattito lungo e travagliato.
In questo periodo il partito ha superato la scissione arcobaleno, ma
rimane più che mai il problema dell’inadeguatezza di Dp come soggetto
politico capace di far vivere una presenza di sinistra non soltanto residuale.
Si delinea così l’ipotesi neocomunista che, dopo la svolta occhettiana
dal Pci al Pds e il conseguente liberarsi di uno spazio politico comunista,
termina col congresso di Riccione del giugno 1991 con la confluenza di
Dp nell’organizzazione che occupa quello spazio politico, il Movimento
per la rifondazione comunista.
Per quanto riguarda le fonti consultate per questa cronologia, si tratta
di fonti documentarie reperite presso l’Archivio "Marco Pezzi".
Sono stati consultati i seguenti fondi archivistici, che contengono
materiali di Dp nazionale:
• fondo "Marco Pezzi", che contiene tutti i materiali prodotti dalla
federazione di Bologna, materiali prodotti da varie federazioni italiane,
materiali di Dp nazionale, compresa anche una raccolta di manifesti;
• fondo "Centro nazionale Democrazia proletaria", contenente materiali
prodotti dal centro nazionale;
• fondo "Gruppo parlamentare Dp", contenente tutti gli atti (proposte
di legge, interrogazioni, interpellanze) prodotte dal Gruppo parlamentare;
•fondo "Luigi Vinci", contenente soprattutto documenti interni, verbali
di riunioni, corrispondenza;
•fondo "Raul Mordenti", costituito da materiali prodotti da Dp nazionale
in materia di scuola-università;
•fondo "Stefano Semenzato", contenente documenti di Dp nazionale;
•fondo "Domenico Jervolino", contenente documenti di Dp nazionale e
i suoi libri Questione cattolica e politica di classe, Rosemberg e Sellier,
Torino 1979 e Neoconservatorismo e sinistra alternativa, Quaderni Cipec,
Athena, Napoli 1985;
•fondo "Movimento della Pantera", in cui sono raccolti i materiali
prodotti da Dp riguardo il movimento universitario del 1990;
Sono inoltre stati consultati i seguenti periodici:
•Notiziario Dp, organo settimanale di Dp (1982-1991);
•Unità proletaria, rivista bimestrale di Dp (1978-1982);
•Lavoratori oggi (1981-1983);
•Democrazia proletaria (1982-1988), poi a sinistra;
•Marx centouno (dal 1983 al 1991);
•gli ultimi anni del Quotidiano dei lavoratori, prima in edizione quotidiana
poi settimanale.
Sulla storia di Dp non esistono ricerche complessive, soltanto due
articoli:
•"Appunti per una prima stesura della storia del partito", di Vittorio
Bellavite, pubblicato sul N. 18 del 6 maggio 1988 del Notiziario Dp, che
è una cronologia dei primi anni di Dp, fino al congresso del 1980;
•"La riflessione strategica in Dp: appunti per una sistemazione ed
interpretazione", di Luigi Vinci, sul N. 9 di Marx centouno del maggio
1989, che è una riflessione sulla progettualità politica
di Dp dalla sua costituzione al 1989.
Sugli anni precedenti alla nascita di Dp come organizzazione, sono
stati consultati gli articoli:
•"La nuova sinistra: esperienza di un biennio (1974-1976)", di Sergio
Dalmasso, in Bandiera rossa N. 53 del giugno 1995;
• "Il Quotidiano dei lavoratori", di Diego Giacchetti, nel Calendario
del popolo N. 582 del dicembre 1994.
Esistono poi le schede su Democrazia proletaria (cartello elettorale)
e su Democrazia proletaria (partito), nonchè le schede su Ao e sul
Pdup per il comunismo contenute nel libro Il sessantotto: la stagione dei
movimenti, Edizioni Associate, Roma 1988, a cura della redazione di Materiali
per una nuova sinistra.
Infine, anche per un doveroso ringraziamento, è opportuno segnalare
che se le fonti documentarie elencate hanno costituito le fonti principali
di documentazione, hanno avuto un ruolo, minore ma significativo, anche
le fonti orali costituite dalle osservazioni di diverse persone che hanno
partecipato alla vicenda di Dp, a partire dagli ex dirigenti nazionali
che intervengono in questo libro. Come nota metodologica, preciso che le
fonti orali hanno avuto un utile ruolo di integrazione al criterio fondamentale
della ricerca di riscontri documentabili su tutti gli avvenimenti narrati.