Cosimo Ortesta
Inediti
Queste nutrici di nessuno
corrompono del mondo ogni colore
e a mia volta un'ultima risorsa
immaginando di loro approfitto
lucente punto di dolore
ancora non cominciato.
Nuda una collina rifiorirà gentile
anch'essa tremando e destinata
a proteggersi da sola -
futile la mano che accarezza
distante ogni sguardo e il suo calore
nel vuoto che in azzurro traspare.
Far la pace col tempo, l'estrema
stretta delle dita il viso
devastato e pudico oh quietissima
luna senza viso oh vecchiezza
che vuole indifesa ascoltare
il crepitio tenue della nostra carne.
Ferita in un campo di fiori
si stende per riposare la bestia
piegate le zampe sotto il ventre
non ha compagni
beve da una pozza
anche la sua ombra beve
e nella sfera del bosco nessun flebile richiamo -
non è la voce di un bambino
da quanto tempo ride o si lamenta
non l'ha capito nessuno
ascolta! questa è una voce di bambino
che assiste al suo stupore
di giacere nudo.
Tutto quello che vide.
[versione cartacea: n. sei-undici, 1997, p. 75 - versione web: 1996, n. 2, II semestre]
Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature - © 1995-1997
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