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NEWS

Il sangue dei vincitori
Saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46)

Presentazione del volume omonimo di Massimo Storchi, Aliberti 2008
Coordina Paola Zagatti
Intervengono Dianella Gagliani Carlo Lucarelli
Sarà presente l’autore

martedì 13 gennaio 2009 ore 16.30 Auditorium Enzo Biagi di Sala Borsa Piazza Nettuno 3, Bologna

Rastrellamenti, deportazioni, fucilazioni. Torture. I venti mesi di sangue della Repubblica di Salò lasciarono una striscia di dolore e rancore che trovò come primo drammatico esito la giustizia sommaria dei giorni della Liberazione e poi i processi istruiti a carico dei maggiori criminali fascisti. Utilizzando per la prima volta gli atti della Corte di Assise Straordinaria di Reggio Emilia si ripercorrono i drammatici giorni della feroce repressione antipartigiana e il tentativo fallito di dare giustizia alle centinaia di vittime della repressione dei corpi armati di Salò, al servizio dell’occupante tedesco. Una ricerca che vuole essere un piccolo contributo per ricordare come la mancanza di una giustizia “vera” per i crimini fascisti abbia rappresentato un deficit etico e politico nella costruzione di una comune identità repubblicana, un’identità che non riesce tuttora a trovare, in un passato così difficile e tormentato, radici abbastanza forti per affrontare le nuove sfide della nostra contemporaneità.

 

C'è manuale e manuale
I libri di testo di storia oggi

Incontro seminariale per docenti, dirigenti e personale della scuola con il gruppo di ricerca degli Istituti storici della Resistenza e della contemporaneità dell’Emilia-Romagna che negli ultimi due anni ha esaminato decine di manuali di storia e di storia dell'arte per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

martedì 4 novembre 2008
ore 15-18

presso l’aula multimediale dell’IIS Pier Crescenzi-Pacinotti, via Saragozza 9, Bologna

Interverrà Scipione Guarracino, docente e autore

Nel momento in cui la scuola è materia di conflitto anche politico e l’autorevolezza del mestiere dell’insegnante è messa in discussione, come individuare manuali che più favoriscano la dimensione critica dell’insegnamento e l’autonomia della didattica per una scuola democratica?

 

DALLA GUERRA DI TRINCEA ALLA GUERRA PARTIGIANA

Incontro di approfondimento storico e didattico per insegnanti a partire da un’indagine comparata su percorsi didattici realizzati nelle scuole elementari, medie e superiori
Chiara Rosati
, ricercatrice Isrebo

Analisi di percorsi didattici attuati in scuole di diverso ordine dagli anni Ottanta al 2004 per insegnare la prima e la seconda guerra mondiale
Massimo Baioni
, Università di Siena

La memoria delle guerre mondiali. Rappresentazioni e usi pubblici della storia 
Gian Luigi Melandri
,
 Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia

Ricerche ed ipotesi didattiche tra  prima e seconda guerra mondiale attraverso lettere e diari inediti (in particolare quello di don Giovanni Minzoni)

Coordinano l’incontro Antonella Bonvini e Paola Zagatti (Isrebo)

I presenti potranno prendere visione di un campione dei materiali analizzati.

L’incontro si terrà
lunedì 24 settembre 2007, ore 15-18
presso la Sala proiezioni dell’Istituto Parri, via S. Isaia 18, Bologna

L’Isrebo è riconosciuto dal Ministero come Agenzia formativa ed è incluso nell’elenco degli enti autorizzati alla formazione degli insegnanti. A chi ne farà richiesta sarà rilasciato un attestato di presenza

Per informazioni: Paola Zagatti, Isrebo, 051 330025; isp-res@iperbole.bologna.it

 

CONCORSO PER TESI SSIS

I due premi per autori sono stati attribuiti ai seguenti concorrenti:

MARILU' OLIVA, Bologna, 2 agosto 1980 un'altra strage e ORFEO BOSSINI, La storia e le storie. La costruzione di un percorso di storia settoriale (storia della musica) all'interno del curricolo di un liceo scientifico.

Una particolare menzione, è stata proposta per Kety Bacolini, La mentalità dell'Europa feudal mercantile: un modulo per competenze e Pierangela Baldo, Quattro Balilla stanno giocando con le biglie...Scuola e Fascismo, Fascismo nella scuola, le cui tesi saranno pubblicate insieme alle tesi vincitrici.

 

LUNEDI’ 4 GIUGNO - ORE 17

DALLA GUERRA AL «BOOM»
TERRITORIO, ECONOMIA, SOCIETÀ E POLITICA
NEI COMUNI DELLA PIANURA ORIENTALE BOLOGNESE


I RISULTATI DELLA RICERCA

INTERVERRANNO:
SIMONA LEMBI, Assessora alla Cultura della Provincia di Bologna
NARA REBECCHI, Sindaco di Medicina
ANGELO VARNI, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
WERTHER ROMANI, Presidente dell’ISREBO
ALBERTO DE BERNARDI, Università di Bologna
BRUNELLA DALLA CASA, FIORENZA TAROZZI e DIANELLA GAGLIANI, Coordinamento scientifico della ricerca
La ricerca - promossa dall'Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna (ISREBO) e dai
Comuni di Budrio, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Castenaso, Medicina, Molinella, Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro di Savena
con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna - comprende i seguenti volumi, pubblicati da ISREBO:
Mauro Maggiorani, Marzia Marchi, Il territorio e la pianificazione: continuità e mutamenti
Mirco Dondi, Tito Menzani, Le campagne: conflitti, strutture agrarie, associazioni
Roberto Ferretti, Cinzia Venturoli, Paola Zappaterra, Industrializzazione e società. Economia, demografia e stili di vita
Giuliana Bertagnoni, Emanuele Guaraldi, Democrazia e amministrazione. Uomini e istituzioni
Appendice statistica e fotografica
Saranno presenti gli autori e le autrici.

 

GIOVEDI’ 7 GIUGNO - ORE 17

DAL PROFESSORE AL MAESTRO
PERCORSI DI AUTOFORMAZIONE PER LA PROFESSIONALITÀ DOCENTE


PRESENTAZIONE DEL VOLUME


INTERVERRANNO:
BEATRICE DRAGHETTI, Presidente della Provincia di Bologna
PAOLO A. REBAUDENGO, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro della Provincia di Bologna
WERTHER ROMANI, Presidente dell’ISREBO
LETTURA A PIÙ VOCI:
PAOLO BERNARDI, PAOLA DALLI, ALESSANDRA DEORITI, MAGDA INDIVERI, ANNA JANNELLI, curatori del volume
CONCLUSIONI:
LUCIANO CORRADINI, Università di Roma Tre, Presidente emerito U.C.I.I.M.
Il volume, edito da Carocci nella collana «Studi e Ricerche» dell’Assessorato Istruzione, Formazione, Lavoro della Provincia di Bologna,
verrà distribuito in omaggio ai partecipanti.

 

23 MAGGIO 2007
ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE ONORARIO DELL'ISREBO
l'Assemblea dei Soci dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna "Luciano Bergonzini" (ISREBO) ha eletto all'unanimità, per acclamazione, Nazario Sauro Onofri a Presidente Onorario dell'Istituto.
La proposta di nomina alla carica onorifica è stata avanza dal Presidente dell'Istituto, prof. Werther Romani.
Le ragioni della proposta di Sauro Onofri a Presidente onorario (carica che fu già ricoperta dal prof. Aldo Berselli) è motivata dalla ricca biografia politica e storica dello stesso
e dal suo impegno incessante nella ricerca storica.

NAZARIO SAURO ONOFRI
, nato a Bologna nel 1927 ha partecipato alla Resistenza in una brigata Giustizia e Libertà e fatto parte della redazione del giornale clandestino "Orizzonti di libertà", organo del Partito d'Azione. Giornalista professionista, ha lavorato nei giornali "Giustizia e libertà" (1945), "Il Prograsso d'Italia" (1950-1951), "Avanti!" (1951-1976). Ha pubblicato saggi storici tra i quali "I socialisti bolognesi nella Resistenza" (1965), "La grande guerra nella città rossa" (1966), "I giornali bolognesi nel ventennio fascista" (1972), "La strage di Palazzo d'Accursio" (1980), "Marzabotto non dimentica Wlater Reder" (1985), "Ebrei e fascismo a Bologna" (1989), "Bologna combatte 1940-1945" (2003), "Il triangolo rosso. La guerra di liberazione e la sconfitta del fascismo: 1943-1947", (2007).

GIOVEDI' 19 APRILE 2007
ORE 17,30
Cappella Farnese
Palazzo D’Accursio
Piazza Maggiore, Bologna

Incontro sul tema
L'EMILIA-ROMAGNA
FRA GUERRA E DOPOGUERRA

in occasione della presentazione del libro di

NAZARIO SAURO ONOFRI

IL TRIANGOLO ROSSO
La guerra di liberazione e la sconfitta
del fascismo (1943-1947)

edito da Sapere 2000

Presiede WERTHER ROMANI (Presidente ISREBO)
Introduce GIORGIO TONELLI (Giornalista RAI)
Interventi di:
LIBERO MANCUSO (Assessore Comune di Bologna)
MIRCO DONDI (Professore Università di Bologna)
Sarà presente l'autore

Nei venti anni della dittatura fascista la regine Emilia-Romagna ha pagato
un alto prezzo politico. Il 15 per cento degli antifascisti processati dal
Tribunale speciale erano residenti nella regione e 967 sono stati
condannati. Dei 12.910 antifascisti inviati al confino di polizia 1.694
erano emiliani e romagnoli. Gli antifascisti morti durante il ventennio sono
stati almeno 345. Nonostante il prezzo politico pagato, dopo la fine del
regime nel 1943, non un fascista è stato punito nella regione. All'indomani
dell'invasione tedesca e della nascita della RSI, gli emiliani e i romagnoli
hanno aderito massicciamente alla lotta di liberazione. 59.634 sono stati i
partigiani di tutti i partiti riconosciuti, 6.441 dei quali morti. A questi
vanno aggiunti le migliaia di cittadini uccisi per rappresaglia. Queste
cifre spiegano, se non giustificano, l'esplosione di violenza verificatasi
nei giorni della liberazione, nell'aprile 1945. Nella regione
Emilia-Romagna, secondo un'inchiesta del novembre 1946 - promossa dal Primo
ministro De Gasperi, ma mai resa nota - furono giustiziati 1.535 fascisti.
In tutto il paese furono 8.197 e non 300 mila come sostenne la pubblicistica
neo-fascista, anche se poi fu Guglielmo Giannini ad attribuirsi il merito di
avere inventato questa cifra. In Italia avvenne quanto, negli stessi giorni,
accadeva nelle nazioni già occupate dai tedeschi, dove migliaia di
collaborazionisti furono giustiziati senza processo. In Francia sono stati
tra i 100 e i 200 mila. Analogamente a quanto avvenne nelle altre regioni
italiane, anche l'Emilia-Romagna conobbe un periodo molto turbolento che va
dall'aprile 1945 alla fine del 1946. Nel 1947 - con 63 delitti, passionali e
infanticidi compresi - la regione risultò completamente normalizzata. I
delitti compiuti tra la seconda metà del 1945 e il 1946 furono di tre tipi:
1) contro esponenti politici; 2) contro possidenti agricoli; 3) contro
sacerdoti. Nella regione i sacerdoti uccisi furono 52, di cui 33 fucilati da
tedeschi e fascisti e 19 morti nel dopoguerra in varie circostanze. In pochi
anni furono sanati i danni di guerra. Qui - dove il fronte aveva sostato
dall'ottobre 1944 all'aprile 1945 - erano stati più gravi che altrove.
Nonostante il ristabilimento dell'ordine pubblico - dal 1947 in poi il
numero dei delitti è sempre stato inferiore a quello del periodo
prebellico - non mutò il giudizio politico che la classe dirigente nazionale
aveva sempre espresso sulla regione. Anzi, era peggiorato perché - a partire
dalle elezioni amministrative del marzo 1946 - era passata da una
maggioranza socialista ad una comunista. Fu una sorpresa per tutti perchè il
PCI nelle ultime elezioni politiche prefasciste era risultato il più piccolo
partito della sinistra. Per anni - in particolare dal 1948 in poi - i
governi a guida DC tennero in Emilia-Romagna forze armate speciali per
prevenire e reprimere eventuali moti insurrezionali. Per questo motivo
furono valorizzati gruppi politici dell'estrema destra ai quali - nonostante
l'opposizione del questore di Bologna - i servizi segreti fornirono armi.
Grave è stato il danno subito dalla regione per questo pregiudizio politico.

Nazario Sauro Onofri, Il triangolo rosso. La guerra di liberazione e la
sconfitta del fascismo (1943-1947)
, Roma, Sapere 2000, 2007, pp. 242.


IN MEMORIA DI ALDO BERSELLI

Aldo Berselli, Presidente dell’Isrebo dal 1992 al 1996, Presidente onorario dal 1996, è deceduto nello scorso luglio. Quello che segue è l’affettuoso e accurato ricordo che gli ha dedicato Paolo Prodi.

 

Un ricordo di Aldo Berselli

di Paolo Prodi

 

ALDO BERSELLI, socio e amico che proprio qualche mese fa aveva raggiunto la soglia dei novant'anni essendo nato il 25 gennaio 1916, ci ha lasciati nel luglio scorso. Entrato a far parte dell'Associazione il Mulino nel 1969, non apparteneva al nucleo dei fondatori ma era stato cooptato nella sua maturità di studioso dopo la pubblicazione presso la casa editrice dei due volumi della sua grande ricerca La destra storica dopo l'unità (in 2 volumi, 1963 e 1965, riedita poi nel 1997). In questo senso la sua figura è rappresentativa di un'intera generazione di studiosi della cultura italiana che si sono identificati con il Mulino e nei quali a sua volta il Mulino si èidentificato.
Senza entrare nell'analisi della sua produzione scientifica e delle responsabilità da lui rivestite nell'organizzazione degli studi storici bolognesi, in particolare nella direzione dell'istituto per la Storia di Bologna (ma nel 2001 è stata raccolta in volume a cura di A. Vecchi la Bibliografia degli scritti di A. Berselli composta da 149 titoli) vorrei soltanto ricordare quelli che sono per me i punti centrali della sua personalità, che me lo fanno sentire ancora vivissimo dopo quarant'anni di collaborazione universitaria e di amicizia.
Aldo in realtà non parlava mai di sé, delle sue aspirazioni e dei risultati delle sue ricerche, per timidezza e modestia, ma soprattutto per un voluto controllo che lo portava sempre a considerare se stesso e a presentarsi non come personalità individuale ma in quanto inserito in una responsabilità pubblica, nella sua funzione di docente e nel suo «mestiere» di storico. Ciò certamente perché la radice del suo amore per la storia derivava dalla sua esperienza di guerra (era stato richiamato alle armi ancora studente universitario) e dalla sua partecipazione alla lotta di liberazione dal fascismo: una continuità che lo portava a ricercare nella storia le radici della crisi italiana e gli strumenti per una presa di coscienza che permettesse una maturazione della nuova democrazia. Ciò spiega anche perché egli non abbia mai pensato - almeno per quanto ne so - a un impegno diretto in campo politico-partitico, pur nel suo aperto pronunciamento ri­formatore.
Berselli ha rappresentato con la sua stessa per­sona il passaggio dalla Storia del Risorgimento alla Storia contemporanea, intesa non come comparto freddamente disciplinare ma come maturazione cul­turale: assistente volontario e libero docente in Storia del Risorgimento, fu chiamato nel 1961 dalla Facoltà di Magistero, per l'illuminata sensibilità di Gina Fasoli, al primo insegnamento ufficiale di Storia contempo­ranea istituito nell'Università di Bologna: la vittoria della cattedra nel 1973 fu un meritato e tardivo riconoscimento di un'opera scientifica e didattica che aveva già lasciato un segno profondo. Le centinaia di tesi di laurea da lui dirette sino al suo collocamento in pen­sione sono la più importante testimonianza, accanto alla sua produzione diretta, di ciò che lui ha significato per lo sviluppo della cultura storica bolognese e italia­na nella seconda metà del Novecento e il loro elenco meriterebbe una pubblicazione a parte come espressione di un'intera generazione storiografica.
Dal punto di vista del metodo la sua produzione diretta e indiretta appare caratterizzata innanzitutto dal non cedimento alle mode ideologiche e accademiche: stretto rapporto tra la storia generale e la storia legata al territorio, capacità di legare strettamente la storia politica a quella sociale, culturale e delle istitu­zioni. Questo suo insegnamento ne ha contrassegna­to l'attività di formatore dei giovani, particolarmente negli anni intorno al Sessantotto, anche al di là delle aule bolognesi, con la sua partecipazione alla fortunatissima Guida per lo studio della storia medievale, moderna e contemporanea che lui ed io pubblicammo insieme a Gina Fasoli nel 1964.
I suoi numerosi saggi biografici sulle personali­tà dell'intransigentismo cattolico, sui movimenti, su­gli «avvenimenti» dall'unificazione italiana al fasci­smo si intrecciano tra loro formando una fitta trama in cui l'interpretazione affiora soltanto nel tessuto del racconto. Viene però continuamente in superfi­cie il richiamo a un'Italia che non è stata ma avrebbe potuto essere, che continuamente veniva progettata e perseguita dai suoi uomini migliori. Fra questi emer­ge in particolare la figura di Marco Minghetti, cre­dente del concetto di libertà e degli ideali della rivo­luzione borghese, che come Berselli scrisse «non cedette al dogma dell'unificazione amministrativa come indispensabile sostegno di quella politica». Proprio da qui prende le mosse l'attualità di un di­scorso che ha inserito Aldo Berselli nel vivo delle trasformazioni della società italiana della seconda metà del secolo scorso.

(Tratto da “Il Mulino”, 5, 2006, p. 993.)




I 40 ANNI DELL'ISREBO

Il 25 marzo 2006 l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna (ISREBO) ha compiuto 40 anni. L’Istituto venne ufficialmente costituito il 25 marzo del 1966 nello studio del notaio bolognese Antonio Stame, sotto la presidenza dal prof. Giulio Supino. Il neonato Istituto si proponeva di “assicurare al patrimonio storico della provincia la più completa e ordinata documentazione della Resistenza mediante la ricerca, raccolta, conservazione e classificazione dei documenti, cimeli, testimonianze, giornali, libri e tutto quanto si riferisce alla Resistenza”, nonché di promuovere la generale conoscenza del movimento di Liberazione (dallo Statuto). Nel 1968 l’ISREBO si associava all'INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) di Milano, entrando così a far parte della rete nazionale degli Istituti Storici, regionali e provinciali. Il suo scopo odierno è favorire il reperimento delle fonti documentarie e promuovere la ricerca storica mirata ad approfondire la conoscenza della società contemporanea con particolare riguardo alle vicende legate al periodo del fascismo, della resistenza e del dopoguerra. Per adempiere a tale finalità l'ISREBO ha rapporti stretti sia con la Provincia di Bologna (tramite convenzione con l’Assessorato alla Cultura) sia con numerosi comuni della provincia (associati all’Istituto e in collaborazione con i quali si realizzano attività di ricerca storica sul territorio e di organizzazione di eventi culturali).




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