Con questo numero di inizio anno de
“Le lancette dell’economia bolognese” si intende tracciare un bilancio della congiuntura economica del 2014 a livello locale.
I primi dati di fine anno, disponibili per molti dei fenomeni esaminati, forniscono un quadro aggiornato e vengono anche analizzati in un arco temporale di medio periodo (dal 2008 a oggi) caratterizzato dall’affermarsi di una crisi economica senza precedenti dal secondo dopoguerra.
Anche nel 2014 la crisi economica ha fatto sentire i propri effetti a livello locale; gli indicatori statistici ne testimoniano gli evidenti impatti, mostrando tuttavia andamenti differenziati e in diversi casi anche segnali positivi.
Il quadro che emerge è ancora costellato di criticità in particolare per quanto concerne il mercato del lavoro, dove gli occupati in regione sono in lieve calo e la disoccupazione, pur in leggera discesa, si mantiene al di sopra del 7%; si confermano inoltre le difficoltà delle imprese verso il sistema bancario, che vede crescere le sofferenze.
Continua la fase critica per il commercio e per le costruzioni, il cui numero di imprese attive in città è in diminuzione; sembra tenere invece il manifatturiero, il cui tessuto produttivo è stabile come sostanzialmente stabile su base annua è il complesso delle imprese attive a Bologna, caratterizzate da una sempre maggiore presenza di imprenditori extracomunitari.
La crisi del comparto delle costruzioni è confermata anche dalla stasi della produzione edilizia in città, mentre a fronte di un risveglio delle compravendite i prezzi delle abitazioni sono ancora in calo.
Buone notizie invece dall'export che, recuperati integralmente gli effetti negativi della crisi, continua a cresce sostenendo in modo significativo l'economia provinciale. Ulteriori segnali positivi vengono dal forte calo della cassa integrazione e anche dalla diminuzione degli importi dei protesti e del numero di fallimenti tra le ditte bolognesi.
Un comparto importante per l'economia cittadina è quello turistico, che continua a mostrare segni positivi sia per gli arrivi che per le presenze, con un apporto significativo da parte della clientela straniera che contribuisce ad alimentare anche un movimento aeroportuale costantemente in crescita.
Infine l'inflazione nel 2014 è risultata molto contenuta, elemento sicuramente positivo per i consumatori ma indice di una perdurante crisi dei consumi.
A fronte di questo quadro che illustra in estrema sintesi la congiuntura locale nel 2014, le prospettive future, che fino a qualche settimana fa viravano al ribasso, sono negli ultimi giorni tornate ad essere più ottimistiche.
Secondo le recenti stime di Confindustria confermate in parte anche dalla Banca d'Italia, per l’economia italiana il 2015 si annuncia come un anno di svolta: dovrebbe terminare la lunga e profonda recessione iniziata nel 2008 con un ritorno a variazioni positive per PIL e occupazione, che secondo la Confindustria potrebbero rivelarsi molto superiori alle previsioni correnti, anche a quelle più recenti.
Tre ordini di fattori sono alla base di questo scenario. In primo luogo, la combinazione molto favorevole di elementi esterni: crollo del prezzo del petrolio, indebolimento dell’euro, accelerazione del commercio mondiale, diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine. I loro effetti potrebbero produrre un aumento del PIL per l’Italia pari al 2,1% nel 2015 e al 2,5% nel 2016. In secondo luogo le politiche più orientate alla crescita daranno maggiore sostegno all’occupazione e agli investimenti. Infine gli indicatori congiunturali segnalano la stabilizzazione della domanda interna e della produzione.