Relazione previsionale e programmatica 2003-2005

Allegato 1 

Le recenti tendenze demografiche, sociali ed economiche di Bologna e della sua area metropolitana

novembre 2002

indice

1. LA POPOLAZIONE E LE FAMIGLIE

1.1 La dinamica della popolazione residente

1.2 La popolazione residente straniera

1.3 Le famiglie

2. L'ISTRUZIONE

2.1 I nidi e le scuole dell'infanzia

2.2 La scuola dell'obbligo e le scuole secondarie superiori

2.3 L'Università

3. I SERVIZI SANITARI E SOCIO-ASSISTENZIALI

3.1 Le strutture ospedaliere

3.2 Vita media e mortalità

3.3 Tossicodipendenza e Aids

3.4 I servizi socio-assistenziali per anziani

4. I MUSEI E LE BIBLIOTECHE

4.1 I musei

4.2 Le biblioteche

5. LA CRIMINALITA'

6. L'ECONOMIA

6.1 L'Anagrafe delle Imprese

6.2 L'occupazione

6.3 L'inflazione

6.4 Le nuove abitazioni

6.5 Il movimento turistico

6.6 L'Aeroporto

6.7 La Fiera

6.8 L'Interporto

 

 

1. LA POPOLAZIONE E LE FAMIGLIE

1.1 La dinamica della popolazione residente

Alla fine del 2001 la popolazione iscritta nelle anagrafi dei comuni della provincia di Bologna ha raggiunto i 926.798 residenti, facendo registrare un aumento rispetto al 2000 di 4.891 unità (pari a +0,5%). Continua così il trend positivo dell'intera provincia che è iniziato nel 1996, dopo un lungo periodo di calo che si protraeva fin da prima degli anni '80.

Tav. 1 - Popolazione residente nella provincia di Bologna negli anni 2000 e 2001.

L’analisi della dinamica demografica di ciascuna delle zone che compongono la provincia di Bologna (vedi Tav. 1) evidenzia tassi di incremento della popolazione residente superiori all'1% in tre delle quattro zone (Pianura +1,6%; Montagna +1,5%; P.U.I. +1,0%); l'imolese presenta invece un incremento più contenuto (+0,8%)* .

 

Sicuramente degni di nota sono i dati che si riferiscono al comune capoluogo. Anche nel 2001, come nei tre anni precedenti, la riduzione della popolazione residente iscritta in anagrafe risulta assai contenuta se confrontata con i saldi negativi assai elevati (pari a circa 4.600 unità annue) registrati fino alla metà degli anni '90. Questi trend hanno modificato nel corso dell’ultimo decennio il peso demografico di Bologna nel contesto provinciale; nel capoluogo infatti abita oggi il 40,8% della popolazione provinciale a fronte del 45,2% del 1990.

I dati più recenti disponibili per il comune di Bologna indicano che la consistenza della popolazione residente in città alla data del 30 settembre 2002 (vedi Tav. 2) è pari a 374.757 unità (di cui 174.840 maschi e 199.917 femmine).

Nei primi nove mesi del 2002 si è assistito quindi ad un’accentuazione del calo della popolazione registrata in anagrafe, dovuta anche agli effetti della revisione dell’archivio anagrafico a seguito del Censimento 2001. Nei grandi comuni la quota di popolazione che non viene rilevata al Censimento è infatti più elevata e, a Bologna come nelle altre principali città italiane, si è concentrata in particolare fra i residenti di nazionalità straniera, che in molti casi, pur avendo da tempo trasferito altrove la propria dimora abituale, avevano conservato l’iscrizione anagrafica nella nostra città.

Questa è la principale causa del calo di oltre 4.000 residenti registrato al 30 settembre 2002 rispetto ad un anno prima. Ma vediamo in dettaglio i fattori che hanno contribuito a questo risultato.

Nei primi nove mesi del 2002 (vedi Tav. 2):

 

Tav. 2 - Movimento della popolazione residente nel comune di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre 2002.

 

 

Per quanto riguarda in particolare la natalità, il quoziente di natalità (il numero di nati ogni 1.000 residenti) si è assestato nel 2001 al 7,3 per mille (rispetto al 7,4 del 2000), mentre il quoziente generico di fecondità (il rapporto fra numero dei nati e consistenza delle donne in età compresa fra i 15 ed i 49 anni) ha subito un lieve ripiegamento di circa mezzo punto ed è ora prossimo a 34 nati ogni 1.000 donne in età feconda (vedi Tav. 3).

 

Tav. 3 - Quozienti specifici di fecondità delle donne residenti nel comune di Bologna negli anni 2000 e 2001.

 

 

Si noti come i quozienti specifici di fecondità (che esprimono il numero dei nati vivi da donne in una determinata classe di età ogni 1.000 donne appartenenti a quella classe) siano in aumento nelle classi di età 20-24 anni, 25-29 e 35-39, mentre un leggero calo caratterizza la classe 30-34 anni.

 

 

Il tasso di fecondità totale si mantiene tuttavia su livelli più elevati rispetto all'inizio del decennio scorso, ovvero in media 1,03 figli per donna in età feconda.

Quozienti specifici di fecondità delle donne residenti nel comune di Bologna nel periodo 1990-2001

 

Nel 2001 si è assistito inoltre ad una diminuzione del quoziente generico di mortalità (12,8 morti ogni mille residenti rispetto ai 13,3 del 2000), che si è accompagnata ad un ulteriore allungamento della durata media della vita oggi pari a 77,6 anni per gli uomini e 83,1 anni per le donne.

Dopo avere accennato alle tendenze della dinamica migratoria nella nostra città nell’anno in corso, può risultare interessante esaminare le origini e le destinazioni dei principali flussi in ingresso ed in uscita da Bologna.

Gli immigrati nel corso del 2001 provengono per il 29,3% dagli altri comuni della provincia di Bologna, per il 7,9% dalle altre province dell’Emilia Romagna, per il 27,7% dalle regioni meridionali e per il 18,5% dall’estero (vedi Tav. 4).

 

Tav. 4 - Flussi migratori per e dal comune di Bologna negli anni 2000 e 2001 secondo la provenienza e la destinazione.

 

Anche nel 2001, una quota preponderante dei flussi in uscita dalla città si è indirizzata verso i comuni della provincia (60,7%): in particolare dei 6.340 emigrati nel territorio provinciale il 59,8% si è fermato nei comuni appartenenti alla prima cintura (zona P.U.I.), primi fra tutti San Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno e Castel Maggiore. Un ulteriore 10,7% degli emigrati ha scelto come destinazione una delle altre province dell’Emilia Romagna.

La dinamica demografica illustrata ha determinato alcuni cambiamenti nella struttura per età della popolazione cittadina.

Tav. 5 - Popolazione residente nel comune di Bologna al 30 settembre 2002 per grandi classi di età.

 

Al 30 settembre 2002 i residenti di 65 anni e più rappresentano oltre un quarto (26,5%) dell'intera compagine demografica bolognese (vedi Tav. 5).

In particolare, gli ultrasettantaquattrenni sono ormai il 13,6% dei bolognesi e nel corso degli ultimi nove mesi sono aumentati dell’1,1%.

Il rapporto fra il numero di anziani oltre i 64 anni e quello dei giovani sotto i 15 anni (l’indice di vecchiaia) scende a 273,0 (rispetto al 275,9 registrato al 31.12.2001), proseguendo una tendenza già in atto da qualche anno (vedi Tav. 6).

Tav. 6 - Principali indici di struttura della popolazione residente a Bologna al 31 dicembre 2001 e al 30 settembre 2002.

L'andamento demografico a livello subcomunale (vedi Tav. 7) si caratterizza per la presenza generalizzata di saldi negativi. I dati anagrafici più recenti riferiti al 30 settembre 2002 indicano per tutti i quartieri un bilancio negativo rispetto ad un anno prima. Particolarmente accentuate sono le perdite a Savena (-656 abitanti), San Vitale (-655), Porto (-629 abitanti) e Santo Stefano (-596). A livello di singola zona, soltanto Colli risulta in attivo (+59 residenti); mentre notevolmente in calo appaiono Mazzini (-465), Murri (-386), Irnerio (-352), Marconi (-347) e Barca (-343).

 

Tav. 7 - Popolazione residente nei quartieri e nelle zone di Bologna al 31 dicembre 2001 e al 30 settembre 2002.

 

 

Quanto alla struttura per età, i più bassi indici di vecchiaia si registrano a Santo Stefano (223,5), Navile (248,3) e San Vitale (248,5), mentre nel quartiere Porto si raggiunge il massimo di 318,3 anziani ogni 100 giovani. Esaminando i dati per zona le differenze si accentuano: la zona più vecchia, Barca, mostra un grado di invecchiamento più che doppio rispetto alla zona più giovane, Colli (con valori dell'indice rispettivamente pari a 338,7 e 129,1 anziani ogni 100 giovani).

1.2 La popolazione residente straniera

I cittadini stranieri iscritti in anagrafe al 30 settembre 2002 risultano 17.955 (vedi Tav. 8).

Si tratta di un dato ancora in leggera crescita rispetto a quello di fine 2001 (17.670), ma in calo se confrontato a quello del 30 giugno 2002 (18.425). Per interpretare correttamente questo elemento di novità è opportuno precisare che è in corso la verifica delle posizioni anagrafiche dei numerosi cittadini stranieri non reperiti in occasione dell’ultimo censimento.

 

Tav. 8 - Stranieri residenti al 31 dicembre 2001 e al 30 settembre 2002 per aree geografiche, principali cittadinanze e sesso.

 

 

Prosegue la tendenza verso un sempre maggiore equilibrio fra i sessi: con 8.925 donne a fronte di 9.030 uomini l'incidenza della componente femminile passa infatti dal 48,9% del 31 dicembre 2001 al 49,7% del 30 settembre 2002.

La popolazione straniera si caratterizza per essere molto giovane: il 45,2% del totale ha un'età inferiore ai 30 anni e la percentuale sale all'85,1% se consideriamo gli stranieri che hanno meno di 45 anni.

Nel corso del 2001 sono nati inoltre 301 bambini da genitori entrambi con cittadinanza straniera e rappresentano il 10,8% del totale dei nati residenti (10,2% nel 2000). A questi bisogna aggiungere 122 bambini nati da padre italiano e madre straniera e 48 bambini nati da padre straniero e madre italiana.

L’Asia con 6.866 unità (38,2% del totale) è il continente maggiormente rappresentato fra i cittadini stranieri che abitano a Bologna. I residenti provenienti dall’Europa sono oltre 5.000 (28,2%) e denotano una presenza accentuata di cittadini dei paesi dell’Unione Europea (1.615 unità; 9%); segue l'Africa con 4.804 residenti pari al 26,8% del totale.

Filippine (2.335) Marocco (2.276 unità), e Cina (1.423) sono i paesi dai quali provengono le rappresentanze più numerose. Fra le altre realtà occorre evidenziare, oltre all'Albania (1.177), il Bangladesh (1.083), lo Sri Lanka (751), la Jugoslavia (725), la Tunisia (667) e il Pakistan (501).

Da segnalare che la comunità più numerosa non è più quella marocchina, bensì quella filippina; inoltre accanto ad alcune provenienze ormai consolidate da anni nella città, altre (come Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan) stanno sempre più rafforzandosi. Occorre anche sottolineare il forte incremento che caratterizza le realtà dell'Est europeo nel suo complesso.

Un'ultima considerazione merita l'analisi della cittadinanza in relazione al sesso. Mentre continua ad essere maggioritaria la presenza maschile nelle comunità nord-africane, pakistana e bengalese, la prevalenza femminile si osserva tra coloro che provengono dall'Europa dell'Est e da alcuni stati dell'America latina quali Brasile, Cuba, Perù e Repubblica Dominicana.

I quartieri cittadini caratterizzati da una maggiore presenza assoluta di stranieri sono Navile (22,6% sul totale degli stranieri residenti a Bologna, con una particolare concentrazione nella zona Bolognina), San Vitale (14,6%) e Santo Stefano (13,1%). Se si considera però l'incidenza degli stranieri sulla popolazione residente, i valori percentuali più elevati si riscontrano nelle quattro zone del centro storico e, ancora una volta, in Bolognina.

Il quartiere Navile si qualifica inoltre come il territorio "multietnico" di Bologna, dal momento che vi risiedono alte percentuali di numerosi collettivi esteri (per es. il 56% della comunità cinese, il 36% dei tunisini, il 34% dei marocchini, il 31% degli etiopi, il 30% degli eritrei, il 23% degli albanesi).

Altri quartieri si caratterizzano invece per la presenza di particolari etnie in stretta connessione, in alcuni casi, con la presenza di strutture d'accoglienza per la comunità (ad esempio: pakistani e cittadini del Bangladesh a San Vitale, jugoslavi a San Donato) oppure con motivazioni lavorative (è il caso degli stranieri occupati nei servizi domestici – in particolare filippini e cingalesi - residenti in larga parte nei quartieri Santo Stefano e Saragozza).

 

1.3 Le famiglie

Alla data del 30 settembre 2002 (vedi Tav. 9), in anagrafe risultano iscritte 184.804 famiglie, in calo di oltre 750 nuclei (-0,4%) rispetto al dato di fine anno e di 430 nuclei (-0,2%) rispetto al settembre 2001.

Tav. 9 - Famiglie residenti nel comune di Bologna al 31 dicembre 2001 e al 30 settembre 2002 per numero di componenti.

 

A livello sub comunale (vedi Tav. 10), gli unici quartieri che mostrano ancora delle variazioni positive sono Navile, Savena, San Donato e Borgo Panigale.

La diminuzione del numero delle famiglie, non riscontrabile nel recente passato, risente, come già evidenziato in precedenza, dell’attività di revisione dell’anagrafe successiva al Censimento 2001 che ha portato alla cancellazione di numerose famiglie non censite, in quanto non più residenti in realtà a Bologna.

Tav. 10 - Famiglie residenti nel comune di Bologna al 31 dicembre 2001

e al 30 settembre 2002 per quartiere.

Crescono in termini assoluti e relativi le famiglie unipersonali, che al 30 settembre 2002 ammontano a 77.045 unità. Le famiglie con un solo componente rappresentano ormai il 41,7% di tutti i nuclei residenti in città contro il 29,9% ed il 17,8% delle famiglie costituite, rispettivamente, da due e da tre persone. La dimensione familiare media si attesta pertanto sui 2 componenti per nucleo.

 

2. L'ISTRUZIONE

2.1 I nidi e le scuole dell'infanzia

Pur facendo registrare un saldo naturale ancora fortemente negativo, Bologna ha visto aumentare considerevolmente negli ultimi anni il numero dei bambini nati, con evidenti conseguenze dal lato della richiesta di alcuni servizi pre-scolastici e scolastici. Al 30 giugno 2002, 8.288 bimbi con età compresa tra zero e due anni (+135 unità, pari a +1,7%, in un anno) risiedevano in città e rappresentavano quindi l’utenza potenziale dei nidi di infanzia (vedi Tav. 11).

Il Comune di Bologna offre ai richiedenti, nell’anno educativo 2002-2003, esattamente 2.311 posti nido (75 in più dell’anno prima) suddivisi tra 2.104 posti in nidi tradizionali e 207 in nidi part-time. L’aumento di posti ha riguardato entrambe le categorie.

Oltre ai posti offerti in strutture gestite dal Comune, altri ne esistono in strutture convenzionate: anche in questo caso l’aumento dell’offerta è stato considerevole (da 52 a 178 posti nel corso di un anno).

Tav. 11 - Servizi per la prima infanzia del Comune di Bologna: andamento dei principali indicatori negli anni educativi 2001-2002, 2002-2003 e 2003-2004.

 

In alternativa ad una vera e propria iscrizione all’asilo, ai genitori vengono offerte diverse altre opportunità quali assegni integrativi (ex Legge 1204) e la possibilità di frequentare con i bambini appositi spazi allestiti.

Considerando il complesso dei servizi e delle opportunità posto in essere, il tasso di copertura del fabbisogno è stimato intorno al 36,3% nel 2002 e dovrebbe salire al 36,7% durante il prossimo anno, grazie in particolare ad un’altra trentina di posti in convenzionamento e ad ulteriori assegni integrativi e contributi alle famiglie.

Passando ora ad un altro segmento formativo, quello delle scuole materne, segnaliamo che 7.671 bambini vi risultano iscritti nel 2002-2003 con un aumento dello 0,5% in un anno (vedi Tav. 12).

Tav. 12 - Sistema integrato delle scuole dell'infanzia: andamento dei principali indicatori negli anni scolastici 2001-2002, 2002-2003 e 2003-2004.

 

 

In particolare, le sezioni della scuola dell'infanzia gestite dal Comune di Bologna sono 212 con un numero di iscritti pari a 5.198 unità. Le sezioni gestite dallo Stato sono 37, con un numero di bambini iscritti pari a 748. Quanto alle scuole private, 64 sezioni sono gestite in convenzione con il Comune e vedono la frequenza di 1.496 bambini, altre 10 sezioni con 229 iscritti sono gestite in modo autonomo.

 

2.2 La scuola dell'obbligo e le scuole secondarie superiori

L'andamento degli iscritti nelle scuole elementari e medie inferiori cittadine risulta sostanzialmente in linea con la dinamica demografica.

Nell’anno scolastico 2001-2002 gli alunni della scuola primaria sono saliti a 11.983 (+0,8%) (vedi Tav. 13); questo trend risulta in crescita dal 1995-96. L’86% degli iscritti frequenta una scuola pubblica, il restante 14% ha optato per una scuola privata.

L'aumento delle iscrizioni nelle scuole medie inferiori cittadine, iniziato con l'anno scolastico 1999-2000 dopo un lungo periodo di calo, segue, ovviamente, con un ritardo temporale di cinque anni l'andamento delle iscrizioni nella scuola elementare. Gli effettivi di questo segmento della scuola dell'obbligo, pari nel 2001-2002 a 7.022 alunni, aumentano infatti di 249 unità (+3,7%). Anche in questo caso, come per le scuole elementari, la percentuale di iscritti in un istituto pubblico è dell’86%.

Tav. 13 - Alunni delle scuole elementari, medie inferiori e superiori di Bologna

negli anni scolastici 2000-2001, 2001-2002 e 2002-2003.

 

Gli iscritti alla scuola secondaria superiore nell'anno scolastico 2001-2002 ammontano a 16.018 unità, evidenziando anch’essi una lieve crescita dopo un lungo periodo di forte calo. In questo caso, il 91% degli studenti si rivolge alla scuola pubblica ed in particolare più di 2.100 ragazzi frequentano uno degli istituti comunali (Aldini e Sirani).

Con riferimento agli indirizzi prescelti, il 52% degli iscritti al primo anno di corso ha optato per un liceo ed in particolare ben il 27% per un liceo scientifico, un altro 27% ha scelto di frequentare un istituto tecnico ed il 19% un istituto professionale. Residuali rimangono le iscrizioni all’istituto statale d’arte. La Tav. 14 riporta i dati degli iscritti in complesso per tipo di istituto.

Tav. 14 - Alunni delle scuole medie superiori di Bologna per tipo di istituto negli anni scolastici 2000-2001 e 2001-2002.

 

 

2.3 L'Università

Gli iscritti all’Ateneo di Bologna registrano nell’anno accademico 2000-2001 un significativo balzo in avanti nel confronto con l’anno precedente. Complessivamente raggiungono infatti le 99.130 unità (vedi Tav. 15), con un aumento in termini percentuali del 2,5% determinato quasi interamente dall’incremento dei fuori corso (+5,1%).

Gli iscritti al I anno di corso sono pari nel 2000-2001 a 16.713 unità e risultano pressoché immutati nel confronto con il 1999-2000.

L’istituzione di nuove facoltà (Economia a Rimini e Forlì, Scienze politiche a Forlì), l'attivazione di nuovi corsi di diploma e lo sdoppiamento di altri, verificatisi nell’anno accademico 2000-2001, hanno ampliato ulteriormente l’offerta formativa dell’ateneo bolognese, lasciando intravedere per il futuro un ulteriore incremento delle immatricolazioni riconducibile anche all’avvio della riforma universitaria. Nel 2000-2001 gli studenti nelle sedi romagnole costituiscono il 19,4% degli iscritti complessivi, mentre fra quelli del primo anno essi raggiungono una quota pari al 28,3% del totale.

Tav. 15 - Iscritti al I anno ed in complesso all'Università di Bologna negli anni accademici dal 1990-1991 al 2000-2001.

 

 

Le facoltà di Lettere e Filosofia, Ingegneria, Giurisprudenza, Economia, Scienze matematiche, fisiche e naturali e Scienze politiche ospitano ciascuna più di mille immatricolati e rappresentano poco meno dei 2/3 dell’intero collettivo.

La componente femminile è ormai maggioritaria e approssima il 53% sia per gli iscritti in complesso che per gli immatricolati.

Primi dati ancora parziali per l'anno accademico 2001-2002 segnalano da un lato una sostanziale invarianza del numero degli iscritti in complesso, dall'altro un notevole aumento degli iscritti al I° anno (+8,8%) per effetto principalmente della riforma universitaria che sembra incentivare il rientro in formazione di una fascia di popolazione di età più avanzata (circa il 7% degli studenti iscritti al primo anno superano i trent'anni).

Infine nel 2000 sono usciti dall'Università degli Studi di Bologna circa 10.000 laureati e diplomati; di questi 151 sono stranieri. Cinque sono le facoltà che superano i mille laureati all'anno: circa 1.600 studenti hanno conseguito nel 2000 una laurea o un diploma universitario presso la facoltà di Economia, circa 1.400 presso la facoltà di Giurisprudenza e quasi 1.300 a Ingegneria. Poco più di mille sono i laureati e diplomati presso le facoltà di Lettere e Filosofia e Scienze Politiche. Fra gli stranieri la laurea più ambita è quella in Medicina e Chirurgia: nel 2000 uno straniero su quattro si è laureato in questa disciplina.

 

3. I SERVIZI SANITARI E SOCIO-ASSISTENZIALI

3.1 Le strutture ospedaliere

Nel 2001 erano disponibili, sull’intero territorio provinciale, 4.124 posti letto in strutture pubbliche (20 in più rispetto al 2000; +0,5%) localizzati nel modo seguente (vedi anche Tav. 16):

 

Tav. 16 – Indicatori di attività negli istituti di cura pubblici della provincia di Bologna nel 2001.

 

 

A livello provinciale il numero delle giornate di degenza è risultato pari a 1.215.276 (-2,4% rispetto al 2000) e si è assistito ad un lievissimo incremento della durata media della degenza, che nel 2001 è stata di 6,65 giornate (contro le 6,51 del 2000).

In particolare, a Bologna città risultavano, sempre nel 2001, 2.969 posti letto pubblici, con una sostanziale invarianza rispetto al 2000. Più della metà di questi posti letto (53,3%) era disponibile presso l’azienda ospedaliera S. Orsola-Malpighi, che ha registrato altresì il 54,8% del totale delle giornate di degenza nelle strutture bolognesi (complessivamente oltre 876.000) con una durata media della degenza di 6,38 giornate.

3.2 Vita media e mortalità

Nel corso degli anni nella nostra città si è verificato un continuo incremento della durata media della vita. Attualmente la speranza di vita dei bolognesi è di 77,6 anni per i maschi e di 83,1 anni per le femmine. Vent’anni fa essa non raggiungeva i 72 anni per gli uomini e i 78 per le donne; è pertanto possibile quantificare in più di 5 anni il guadagno medio registrato da entrambi i sessi nell'ultimo ventennio. Le donne continuano a vivere mediamente 5 anni e mezzo in più degli uomini.

 

I progressi ottenuti dipendono naturalmente, in larga parte, dai risultati sperimentati in questi anni in campo medico e farmaceutico, dall’adozione crescente di politiche di prevenzione sanitaria nonché dalla maggiore consapevolezza della stessa popolazione relativamente all’adozione di corretti comportamenti ed abitudini di vita.

Quanto alle cause di morte, le patologie cui è dovuto il numero maggiore di decessi risultano tuttora quelle legate al sistema circolatorio, fra le quali sono comprese l’infarto miocardico, l’ictus cerebrale, l’ipertensione arteriosa, ecc. (vedi Tav. 17, che riporta anche i dati aggiornati ai primi 9 mesi del 2002). Nel 2001 i casi di decesso per questa tipologia sono stati 1.879. La loro incidenza appare comunque in calo: nell’ultimo decennio, ad esempio, la percentuale di morti dovuta a malattie del sistema circolatorio è passata dal 42,8% al 38,8%. Particolarmente rilevante appare il peso di questa causa di morte nelle classi di età più avanzate.

Tav. 17 - Morti residenti nel comune di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre 2002 secondo la causa di morte.

La seconda causa di morte è costituita dai tumori, cui deve essere attribuito il 32,5% dei decessi avvenuti nel 2001 (1.575 morti). Fra le altre cause di morte, in posizione però nettamente distaccata rispetto alle prime due, si trovano le malattie del sistema respiratorio (6,8%), le cause esterne dei traumatismi e avvelenamenti (4%), le malattie dell’apparato digerente (3,3%) e quelle delle ghiandole endocrine e del metabolismo (3,1%).

Vale la pena però di sottolineare come le cause esterne dei traumatismi (tra cui gli incidenti stradali) e i tumori siano rispettivamente la prima e la seconda causa di morte nelle fasce di età giovanili (tra i 15 e i 34 anni oltre i 2/3 dei decessi è imputabile a questi due gruppi di cause).

 

3.3 Tossicodipendenza e Aids

Nel 2001 i tossicodipendenti in carico ai servizi cittadini (vedi Tav. 18) sono stati 1.510 (+2,2% rispetto al 2000). I nuovi utenti sono 307 e rappresentano oltre 1/5 dell’utenza servita, mentre coloro che, con o senza interruzione del rapporto, erano già stati in carico ammontano a 1.203.

Gli utenti che hanno avuto un primo contatto con il servizio nel corso del 2001 sono in larga prevalenza maschi (251 uomini a fronte di 56 donne) con un’età compresa fra i 30 e i 39 anni, anche se quasi altrettanto numerosi appaiono i ventenni.

Tav. 18 - Soggetti in carico ai Servizi Tossicodipendenze delle USL di Bologna negli anni dal 1990 al 2001.

Per quanto concerne l’Aids, dopo l’aumento registrato nel 2000, più contenuta è risultata nel 2001 la mortalità per questa causa: si sono infatti registrati fra i residenti a Bologna 14 decessi per Aids contro i 24 riscontrati nell’anno precedente. Sempre nel 2001, sono stati 23 i decessi di persone presenti a Bologna, 12 in meno rispetto al 2000. Nei primi 9 mesi del 2002 5 sono i bolognesi morti per Aids (erano stati 9 nell’analogo periodo dello scorso anno). Stessa tendenza anche per le persone presenti a Bologna: fra queste a fine settembre si contavano 12 morti per Aids contro i 16 dei primi 9 mesi del 2001.

3.4 I servizi socio-assistenziali per anziani

L'insieme dei servizi socio-assistenziali rivolti alla popolazione anziana si può ricondurre alle seguenti tipologie:

Nel 2001 il servizio di assistenza domiciliare si è rivolto ad un numero medio di utenti pari a 1.971 anziani, ai quali sono state erogate complessivamente oltre 489.000 ore. Il confronto con il 2000 pone in evidenza una sostanziale conferma dell'utenza a fronte di un ulteriore aumento del numero di ore (+7%). Le prospettive di evoluzione di questo servizio per il 2003 indicano in circa 2.000 gli utenti da assistere (in linea con il 2002) ed un numero di ore da erogare pari a 538.000, in ulteriore aumento rispetto a quelle previste a fine 2002.

I posti offerti nei centri diurni continuano a crescere ed il loro numero dovrebbe raggiungere le 240 unità a fine 2002 e le 270 unità entro il 2003.

Dopo il calo degli ultimi anni, si stabilizza intorno a 900 il numero medio di utenti assistiti in strutture residenziali (974 nel 1998, 915 nel 1999, 902 nel 2000 e 905 nel 2001).

Fra gli utenti di strutture residenziali (vedi Tav. 19) si assiste inoltre ad una progressiva diminuzione degli utenti delle case di riposo ed al contestuale aumento degli utenti delle altre tipologie (case protette ed RSA) grazie, da un lato, all'attivazione di politiche rivolte alla popolazione anziana tese ad evitarne il ricovero e, dall'altro, a causa dell'insorgenza di nuove patologie correlate alle età senili. Il numero di utenti in case protette e RSA (362 nel 2001) dovrebbe così progressivamente salire fino a raggiungere i 420 utenti nel 2003.

Tav. 19 - Andamento dei servizi residenziali e semiresidenziali per gli anziani negli anni dal 1990 al 2003.

 

Se si pone a confronto la recente evoluzione della popolazione anziana con l’offerta di servizi ad essa rivolti, si può constatare come a fronte di un aumento, nel periodo 1990-2001, della popolazione ultrasessantaquattrenne del 5,4% e di quella ultrasettantaquattrenne del 18,5%, gli utenti medi dei servizi rivolti alla terza età (strutture residenziali, centri diurni, assistenza domiciliare) siano aumentati del 69%.

4. I MUSEI E LE BIBLIOTECHE

4.1 I musei

Attualmente sono aperti a Bologna nove musei comunali e uno statale (la Pinacoteca). In futuro si aggiungerà ad essi il Museo della Musica, che sarà ospitato nelle sale di Palazzo Sanguinetti e che oggi è in fase di completamento.

 

Nel 2001 (vedi Tav. 19) le presenze rilevate nei musei hanno sfiorato le 380.000 unità, un risultato che segna un ulteriore incremento rispetto al traguardo particolarmente positivo conseguito nel 2000, l’anno di Bologna città europea della cultura.

I due musei più visitati continuano ad essere il Museo Archeologico (con quasi 146.000 visitatori) e, a considerevole distanza, il Museo Morandi (circa 56.000).

Circa 39.000 persone hanno poi ammirato le esposizioni della Pinacoteca, mentre la Galleria d'Arte Moderna e il Museo Medioevale hanno entrambi totalizzato oltre 31.000 presenze. Anche le Collezioni Comunali d’Arte vantano un pubblico numeroso (oltre 24.600 persone) ed in crescita.

Il Museo del patrimonio industriale, tornato a regime dopo parecchi mesi di chiusura, ha contato 17.000 presenze, così come il Museo ebraico.

Da ultimi, il Museo del Risorgimento e il Davia-Bargellini si posizionano su valori inferiori ai 10.000 visitatori.

Tav. 19 - Presenze nei musei negli anni 2000 e 2001.

 

4.2 Le biblioteche

Passando ora ad esaminare l’attività delle biblioteche, occorre prima di tutto osservare che la città di Bologna può vantare, a partire dal dicembre 2001, la presenza di un’importante biblioteca, quella allestita nella ex Sala Borsa, che ha subito riscosso un notevole successo.

L’apertura della Biblioteca Sala Borsa ha comportato il trasferimento del patrimonio della Biblioteca Centrale di Palazzo Montanari, della Biblioteca Ragazzi già a Villa Mazzacorati e della Biblioteca Ruffilli. Nella sede di quest’ultima, a carico del Quartiere San Vitale, continua a funzionare una sala studio dotata anche di otto postazioni internet e audiovisivi.

La biblioteca della Cineteca ed il Centro di documentazione delle donne, entrambe interessate da un cambiamento di sede, sono invece rimaste chiuse per alcuni mesi.

Tav. 20 - Presenze e unità prestate nelle biblioteche centrali (a) negli anni 2000 e 2001.

Il dato del 2001, relativamente ad ingressi e prestiti effettuati, risente dunque delle profonde modifiche intervenute, nel corso dell’anno, sulla situazione delle biblioteche (vedi Tav. 20). Si stimano comunque più di 161.000 ingressi, di cui oltre 62.000 all’Archiginnasio e ben 48.000 nella nuova biblioteca. In quest’ultima sono state altresì prestate più di 18.000 unità, ricordando che in Sala Borsa è possibile fare richiesta non solo di libri, ma anche di vhs, dvd, cd audio, cd-rom, ecc.

5. LA CRIMINALITA'

Nella Tav. 22 vengono presentati i principali dati riferiti all’andamento della criminalità nella provincia di Bologna nel corso del 2001. Le elaborazioni hanno come fonte i dati forniti dalla Prefettura sulla base delle denunce all'Autorità Giudiziaria compiute da Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Occorre precisare che le statistiche sulla delittuosità esprimono il variare quantitativo dei fatti di reato denunciati, che è in funzione dell’andamento reale della criminalità, ma anche della propensione denunciataria e del suo variare nel tempo e nello spazio e dell’efficienza stessa delle agenzie preposte alla repressione dei reati.

Tav. 22 - Delitti denunciati nel 2000 e nel 2001 all'Autorità Giudiziaria dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dal Corpo della Guardia di Finanza nella provincia di Bologna.

 

I dati riferiti all'intera provincia mettono in evidenza nel 2001 un trend in diminuzione per alcune tipologie di reati che normalmente hanno forte impatto sull’opinione pubblica quali i furti in appartamento (-25,4%), le violenze carnali (-24%), i furti su autoveicoli (-8,7%), le rapine (-5%) e le lesioni dolose (-4,8%).

A fronte di questi cali si deve registrare, in particolare, un forte incremento degli scippi (+68,7%) e dei reati connessi alla produzione e commercio di stupefacenti (+13,4%). Aumentano anche omicidi e tentati omicidi, furti di autoveicoli, borseggi e furti in negozi.

Nel comune di Bologna il 2001 è stato caratterizzato dalla sensibile diminuzione dei furti in appartamento (1.571), calati del 23,6%, delle truffe (462; -14,9%) a conferma di un trend ormai consolidato e, seppur in misura molto lieve, delle rapine (640; -0,9%).

Tra i reati più comuni, nel 2001 aumentano invece i borseggi (8.184; +1,9%), i reati connessi alla produzione e commercio di stupefacenti (688; +21,8%) e soprattutto, a conferma del trend provinciale, gli scippi (750; +72%).

 

 

 

6. L'ECONOMIA

Anche il primo semestre 2002 ha risentito in modo importante del clima di incertezza che ha caratterizzato l’ultima parte del 2001. Il periodo di espansione che nel 2000 aveva interessato le principali economie industrializzate, e che aveva portato alla migliore performance del decennio, non ha trovato conferma nel 2001.

In Emilia-Romagna la prima metà dell’anno in corso si è chiusa all’insegna del rallentamento. L’industria manifatturiera è entrata in una fase di recessione, anche se moderata; parallelamente sono notevolmente aumentate le ore di Cassa integrazione di natura anticongiunturale. Le attività commerciali hanno visto una diminuzione delle vendite, dovuta in particolare ai piccoli esercizi; l’export è leggermente diminuito, gli impieghi bancari sono apparsi in rallentamento, mentre sono aumentate le sofferenze. Una delle poche note positive viene dall’occupazione, che a livello regionale nel primo semestre 2002 è risultata in aumento, mentre sono diminuite le persone in cerca di occupazione.

A livello provinciale nei primi 6 mesi del 2002 il settore manifatturiero ha mostrato un ulteriore rallentamento; il fatturato e gli ordinativi sono stati caratterizzati da tassi di crescita tendenziale negativi, mentre la produzione, pur in presenza di un segno negativo, è rimasta sostanzialmente invariata.

In particolare il secondo trimestre del 2002 si è chiuso con una flessione della produzione di mezzo punto percentuale, a fronte di un dato regionale più o meno analogo (-0,3%) (vedi Tav. 23). Anche i dati sul fatturato sono di conseguenza negativi, in misura più accentuata per la nostra provincia (-4,9%) che per l’intera regione (-1,5%).

Tav. 23 - Congiuntura industriale in Emilia Romagna e in provincia di Bologna - Principali indicatori - II trimestre 2002

(tassi di variazione sullo stesso trimestre dell'anno precedente)

 

La domanda ha evidenziato tra aprile e giugno di quest’anno una flessione più marcata sul mercato interno (-4,4% sull’analogo periodo dello scorso anno) che sui mercati esteri (-1,5%).

In definitiva il primo semestre 2002 conferma il rallentamento della crescita che ha avuto inizio nella seconda metà del 2001, anche se si manifesta una decelerazione nella caduta dei tassi tendenziali di sviluppo in molti comparti del settore manifatturiero. In un numero limitato di essi si notano inoltre segnali di recupero negli ordinativi provenienti dall’estero.

In questo quadro complessivamente negativo è possibile cogliere due aspetti positivi degni di nota. Il primo riguarda l’inversione di tendenza e il sostanziale recupero nel corso del primo semestre 2002 messi a segno dal comparto di nicchia della meccanica di precisione, per il quale il fatturato, la produzione e gli ordini interni mostrano variazioni positive. Il secondo elemento da segnalare è il rallentamento nei tassi di crescita negativi per i comparti legati ai consumi delle famiglie (prodotti alimentari, tessili, pelli e cuoio, mobili); questo fatto potrebbe significare un miglioramento nel clima di fiducia delle famiglie bolognesi, che però trova solo una parziale conferma nelle inchieste sui consumatori italiani.

 

Le prospettive per i prossimi mesi restano ancora piuttosto incerte. Il punto di minimo dell’attività industriale sembra essere stato raggiunto nel primo semestre dell’anno in corso e si possono nutrire aspettative di ripresa; gli ultimi segnali congiunturali lasciano tuttavia pensare che si dovrà attendere ancora.

 

6.1 L'Anagrafe delle Imprese

Secondo i dati provenienti dal Registro delle imprese esistente presso le Camere di Commercio, a fine 2001 le imprese registrate in provincia di Bologna ammontavano a 96.422, oltre un migliaio in più rispetto all’anno precedente (vedi Tav. 24).

I dati più recenti, riferiti alla prima metà del 2002, indicano che lo stock delle imprese registrate è salito, seppur di poco, toccando a fine giugno quota 96.476; questo risultato deriva da 3.847 iscrizioni e 3.816 cancellazioni.

Tav. 24 - Variazioni nell'Anagrafe delle imprese della provincia e del comune di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-giugno 2002.

 

Le imprese attive (cioè le imprese iscritte che esercitano l'attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto) erano, a fine 2001, 85.684 (+0,6% rispetto al 2000). Nel primo semestre dell’anno in corso questa leggera crescita è proseguita, portando il numero delle imprese attive nella nostra provincia a 85.840.

Oltre 50.000 operano nel terziario (+2,4% tra giugno 2001 e giugno 2002); di queste oltre 22.300 sono imprese commerciali e circa 12.000 rientrano nell'ampia categoria delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca. L'industria in senso stretto si mantiene sostanzialmente stabile e conta 12.178 imprese, mentre l'industria delle costruzioni vanta 10.462 imprese.

Per quanto riguarda i settori di attività economica (vedi Tav. 25), in notevole crescita si conferma il numero delle imprese operanti nelle attività immobiliari, nel campo dell’informatica e delle altre attività professionali in genere (+648 aziende tra giugno 2001 e giugno 2002 pari al +5,7%); in aumento anche il settore delle costruzioni (+506 imprese; +5,1%). Scompaiono invece 241 aziende commerciali (-1,1%).

Tav. 25 - Imprese attive in provincia di Bologna al 31 dicembre 2001 e al 30 giugno 2002 per sezione di attività economica.

 

Quanto alla forma giuridica, crescono anche nei primi 6 mesi del 2002 le società di capitale (oltre 14.500 imprese pari ad una quota relativa del 16,9%). In leggero calo è il numero delle ditte individuali, che continuano comunque ad occupare una posizione predominante (costituiscono il 59,8% delle imprese attive) e che si attestano sulle 51.315 unità. Senza grandi variazioni appare la consistenza delle società di persone, che superano di poco le 18.400 unità.

Per quanto riguarda invece il comune di Bologna lo stock delle imprese registrate alla fine dei primi sei mesi dell'anno 2002 è aumentano del +0,4%, passando dalle 38.331 unità alla fine del mese di giugno 2001 alle attuali 38.485. Le imprese attive sono, a fine semestre 2002, 32.447 (+0,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno). Sono sempre le imprese attive nella categoria dell'attività immobiliare, noleggio, informatica e ricerca a far registrare la crescita maggiore; rispetto al giugno dell'anno 2001, troviamo ben 327 imprese in più (+4,8%), mentre si riducono di 229 unità (-2,2%) le imprese operanti nel settore del commercio all'ingrosso ed al dettaglio.

6.2 L'occupazione

L'indagine campionaria condotta trimestralmente dall'ISTAT sulle forze di lavoro evidenzia che gli occupati a livello provinciale sono scesi dai 407.000 del 2000 ai 401.000 del 2001 (-1,5%); di questi 222.000 sono maschi e 179.000 femmine; in virtù di queste tendenze anche il tasso di occupazione scende appena al di sotto del 50% (era pari al 51,5% nel 2000). In agricoltura lavorano 14.000 persone, 135.000 nell'industria (di cui 23.000 nelle costruzioni) e 252.000 nelle altre attività (di cui 58.000 nel commercio): rispetto al 2000 il calo degli occupati, pari a 6.000 unità in meno, è interamente imputabile all’industria. Quasi il 63% dei bolognesi presta la propria attività nel settore della produzione dei servizi pubblici e privati, mentre la quota di chi lavora in attività di produzione industriale di beni (escluse le costruzioni) si è ridotta al 27%. I lavoratori dipendenti sono 290.000 (oltre il 72% del totale degli occupati).

Risale leggermente la disoccupazione, per quanto il livello nella nostra provincia si mantenga molto basso: le persone in cerca di occupazione sono 14.000 (6.000 maschi e 7.000 femmine) ed il tasso di disoccupazione dal 3,1% del 2000 passa al 3,3% nel 2001 (2,7% per i maschi e 4,0% per le femmine), a fronte di un valore regionale del 3,8% e nazionale del 9,5% (vedi Tav. 26). Il lieve aumento del tasso di disoccupazione è dovuto all’innalzamento di quello maschile, mentre fra le donne la disoccupazione continua a scendere.

 

Tav. 26 - Tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione in provincia di Bologna, in Emilia Romagna e in Italia negli anni 2000 e 2001.

 

 

Questa sempre maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro è confermata anche dall’esame dei dati di medio periodo. Dei 34.000 occupati in più registrati nel periodo 1995-2001 nella nostra provincia 27.000 sono femmine: 4 su 5 dei nuovi posti di lavoro creati negli ultimi 6 anni sono stati quindi ricoperti da personale femminile. Sempre nello stesso periodo il tasso di disoccupazione femminile è sceso dal 7,3% al 4%.

Il clima di incertezza che caratterizza l’attuale scenario economico trova conferma nei dati riguardanti la Cassa Integrazione Guadagni. Il numero delle ore concesse nel corso del primo semestre 2002, sia dal lato degli interventi anticongiunturali che dal lato di quelli strutturali, appare in netta crescita rispetto a quello dell’anno precedente. In particolare, le ore di C.I.G. ordinaria sono risultate pari a 817.290 (+85,1% rispetto ai primi 6 mesi del 2001) e quelle di C.I.G. straordinaria sono poco al di sotto delle 179.000 (+89,1%).

 

6.3 L'inflazione

A Bologna la variazione media annua dell'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nel 2001 è stata del +2,9%, sei decimi di punto in più rispetto all’anno 2000, superando anche il corrispondente dato nazionale (+2,7%).

Tav. 27 - Tassi tendenziali dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività a Bologna e in Italia nel 2002.

Dalla Tav. 27 emerge come nel 2002 il tasso tendenziale di inflazione sia passato a Bologna dal +2,4% di gennaio al +2,3% di giugno (con un massimo del +2,6% registrato a febbraio e marzo). Dal mese di luglio si assiste invece ad una ripresa, lenta ma continua, dell'inflazione, che sale progressivamente al +2,4% in luglio, +2,5 in agosto, fino al +2,6% nel mese di settembre.

Questo valore pone Bologna in posizione centrale nella graduatoria dell’inflazione nelle 20 città capoluogo di regione, in linea con il dato nazionale.

Cagliari (+3,2%) è in settembre la città con il più alto livello di inflazione, seguita da Bari, Trieste e Venezia, tutte al +3,1%. In coda, con una variazione tendenziale pari alla metà di quella nazionale, troviamo Campobasso (+1,3%).

In ottobre a Bologna il tendenziale è lievemente arretrato al 2,5%, contrariamente al dato nazionale in crescita al +2,7%.

Se consideriamo il tasso medio, che com’è noto costituisce l’indicatore di riferimento per la misura dell’inflazione essendo calcolato come rapporto tra la media degli ultimi dodici mesi con quella dei dodici mesi precedenti, a Bologna in ottobre esso si è mantenuto al +2,5% come in agosto e in settembre; questi andamenti fanno prevedere che a fine anno l’inflazione nella nostra città non dovrebbe ragionevolmente discostarsi dall’attuale livello.

Con riferimento alle tipologie di beni che compongono il paniere, esaminiamo ora il livello dei tassi medi nel mese di ottobre a Bologna per capitoli di spesa (vedi Tav. 28).

Tav. 28 - Graduatoria dei tassi medi dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività a Bologna per capitoli di spesa nel mese di ottobre 2002.

I rincari più forti sono stati registrati dal capitolo "Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi", la cui variazione media annua si attesta al +3,8%, seguito dall’"Istruzione" (+3,7%) e dal comparto dei prodotti alimentari (+3,6%). Tassi medi superiori al 3% caratterizzano anche i settori dell’"Abbigliamento e calzature", dei "Servizi sanitari e spese per la salute" e degli "Altri beni e servizi", tutti al +3,3%. Viceversa, variazioni negative si registrano per i capitoli "Comunicazioni" (-1,5%) e "Abitazione, acqua, energia e combustibili" (-0,2%).

Questi dati per capitolo, pur fornendo informazioni utili e più dettagliate che descrivono i diversi andamenti dei prezzi nei vari comparti, non riescono tuttavia ad evidenziare le peculiarità dei trend che hanno caratterizzato alcune categorie di beni e servizi, cui va tradizionalmente la maggiore attenzione da parte dei consumatori. La comune percezione di trovarsi spesso in presenza di aumenti molto lontani dal livello medio generale trova una puntuale conferma dall’esame dei dati disaggregati per categoria (vedi Tav. 29).

Tav. 29 - Graduatoria delle categorie con tasso medio di inflazione superiore del 5% a Bologna nel mese di ottobre 2002.

Ben 17 categorie mostrano infatti a ottobre una variazione media annua dei prezzi al di sopra del 5%, vale a dire superiore al doppio dell’indice generale. In particolare viene confermato che la frutta e la verdura hanno avuto nell’ultimo anno aumenti medi molto elevati intorno al 10%; incrementi rilevanti hanno interessato anche i trasporti navali (+9,5%) e aerei (+7,9%), le assicurazioni auto e moto (+8,7%), i servizi ospedalieri (+8,5%) e medici (+8%), le palestre e i centri sportivi (+6,7%).

Ma l’analisi dei dati per categorie evidenzia anche diminuzioni dei prezzi che sovente passano inosservate, vista l’abitudine a prestare una maggiore attenzione ai rincari (vedi Tav. 30).

Tav. 30 - Graduatoria delle categorie con tasso medio di inflazione negativo a Bologna nel mese di ottobre 2002.

Nell’ultimo anno i risparmi più consistenti si sono realizzati per l’acquisto di attrezzature informatiche (-11,6%); apprezzabili diminuzioni si sono registrate anche per i carburanti e i combustibili (carburanti e lubrificanti –4,9%; gas –4,8%; combustibili liquidi –1,2%) ed anche per le tariffe dell’energia elettrica (-2%) e per la telefonia (-3% le apparecchiature telefoniche e –1,1% le tariffe). In diminuzione anche i prezzi dei medicinali, degli apparecchi hi-fi, degli elettrodomestici e degli apparecchi fotografici.

 

6.4 Le nuove abitazioni

Nel 2001 le abitazioni progettate per le quali è stata rilasciata dal Comune una regolare concessione edilizia sono risultate 778 (vedi Tav. 31), un valore piuttosto elevato dopo gli ottimi risultati del 2000 (869) e del 1999 (1.110). Nei primi 9 mesi del 2002 l’attività di progettazione ha riguardato 422 alloggi, 175 in meno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

Nel 2001 sono stati avviati i lavori relativi a 783 abitazioni, 134 in più (+20,6%) rispetto al dato registrato nel 2000. La consistenza assoluta delle abitazioni iniziate nell’ultimo triennio risulta la più elevata dall’inizio degli anni ‘90. I dati più recenti riferiti al periodo gennaio-settembre 2002 indicano in 420 il numero degli alloggi iniziati, 42 in meno rispetto al corrispondente periodo del 2001.

In sintonia con la ripresa della progettazione e, soprattutto, dell’inizio dei lavori verificatosi negli anni più recenti, il 2001 mostra un aumento, rispetto al 2000, delle abitazioni ultimate. La comunicazione di conclusione dei lavori trasmessa al Comune dal titolare della concessione edilizia ha riguardato lo scorso anno 652 abitazioni contro le 516 dell’anno precedente (+26,4%).

Tav. 31 - Abitazioni in fabbricati residenziali e non residenziali progettate, iniziate e ultimate

nel comune di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre del 2002.

 

I nuovi alloggi sono caratterizzati da una superficie media di 77 mq. e da una dotazione di stanze pari a 3,6.

Nei primi 9 mesi dell’anno in corso sono stati finora conclusi i lavori relativi a soli 190 alloggi contro i 500 dello stesso periodo del 2001.

Per quel che riguarda la dislocazione delle nuove edificazioni sul territorio comunale (vedi Tav. 32), si può osservare come le zone in cui sono state ultimate più abitazioni nel corso del 2001 siano San Vitale (149), Santa Viola (120), San Donato (75), Corticella (74) e Lame (64). Nei primi 9 mesi del 2002 quasi la metà delle 190 abitazioni ultimate è collocata a San Donato e a San Vitale.

Considerando un intervallo di tempo più ampio, si può altresì notare come il quartiere che ha subito le maggiori trasformazioni è Navile, che dal 1990 ha incrementato il proprio patrimonio abitativo di 1.875 alloggi. Al secondo posto si colloca il quartiere San Vitale (979 nuove abitazioni negli ultimi 12 anni), seguito ad una certa distanza da Reno (791), Savena (622) e San Donato (458).

Tav. 32 - Abitazioni ultimate nel comune di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre 2002 per quartiere e zona.

Quasi il 40% dei 5.530 nuovi alloggi costruiti fra il 1990 ed il 2001 si concentra in due sole zone della città: più di 1.200 abitazioni sono state infatti costruite a Corticella e quasi un migliaio nella zona San Vitale. Insediamenti importanti sono stati realizzati anche a Mazzini (557), Lame (532) San Donato (458), Barca (444) e Borgo Panigale (395).

 

 

6.5 Il movimento turistico

Bologna dispone attualmente di 77 esercizi alberghieri, che offrono più di 4.300 camere e quasi 8.000 letti. Tale ricettività si amplia se si considerano anche altri tipi di strutture (ostelli, campeggi, agriturismi, affittacamere, bed & breakfast, ecc.), il cui numero è pari a 100 unità con 535 camere e 1.284 letti (vedi Tav. 33).

Nell’intero territorio provinciale gli esercizi alberghieri sono 347 e offrono quasi 11.500 camere e circa 21.450 letti. A questa offerta si deve aggiungere, anche in questo caso, quella fornita da altre 253 strutture extra-alberghiere, che dispongono di 2.164 camere per un totale di circa 6.000 posti letto.

Tav. 33 - Attrezzatura alberghiera ed extra-alberghiera nel comune e nella provincia di Bologna secondo il tipo nel 2001

Nei primi otto mesi del 2002 gli arrivi segnalati nella città di Bologna hanno superato le 480.000 unità, in crescita del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (vedi Tav. 34); questo positivo andamento, che conferma gli ottimi risultati già registrati nel 2001, riguarda sia i turisti italiani (+2,8%) sia soprattutto gli stranieri (+5,7%), nonostante una congiuntura internazionale tutt’altro che favorevole. Ancora migliori sono i dati sulle presenze (1.086.052 tra gennaio ed agosto di quest’anno), la cui crescita rispetto al corrispondente periodo del 2001 sfiora l’8%, contribuendo così a prolungare la durata media della permanenza in città (2,3 giornate).

A titolo di curiosità, segnaliamo che le presenze più rilevanti di stranieri nella nostra città hanno riguardato, in quest’ultimo periodo, nell’ordine inglesi, statunitensi, tedeschi, francesi, spagnoli, olandesi e svedesi.

Non altrettanto positivi sono i dati a livello dell’intera provincia. Gli arrivi nei primi otto mesi del 2002 sono stati oltre 833.000 (-2,5% sullo stesso periodo del 2001), mentre le presenze (complessivamente 2.130.916) calano dello 0,9%. Questi andamenti, imputabili agli altri comuni della provincia, sono determinati dai dati negativi relativi alla clientela italiana (-4% gli arrivi e –2,1% le presenze), mentre di poco positive sono le tendenze riguardanti la clientela straniera.

Tav. 34 - Movimento turistico alberghiero ed extra-alberghiero nel comune e nella provincia di Bologna nel 2001 e nel periodo

gennaio-agosto 2002.

 

6.6 L'Aeroporto

I tragici eventi dell’11 settembre e prima ancora un rallentamento della crescita economica mondiale hanno portato l’Aeroporto Marconi a registrare nel 2001 una diminuzione del traffico passeggeri per la prima volta negli ultimi 10 anni (tre milioni 440 mila passeggeri, -2,4% rispetto al 2000).

I dati relativi al movimento aereo dei primi 9 mesi del 2002 mostrano ancora gli effetti di un periodo difficile per il traffico aereo non solo italiano. Tra gennaio e settembre 2002 il numero di passeggeri dell’aeroporto di Bologna è stato pari a 2.664.301, circa 184 mila viaggiatori in meno (-6,5%) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. (vedi Tav. 35), a causa di una sensibile diminuzione del traffico internazionale (-9,3%) e di una sostanziale stabilità di quello interno.

La crisi ha investito lo scalo bolognese in misura significativa, anche perché esso si caratterizza, rispetto anche ad altri importanti aeroporti italiani, per un’elevata componente di traffico internazionale (circa 2/3 del totale) e per una consistenza considerevole del segmento charter (circa 1/3 del totale), che è quello più sensibile alle oscillazioni della domanda. Inoltre, alcuni vettori, a seguito della crisi, hanno interrotto importanti collegamenti su Bologna, causando nel 2001 la cancellazione di 102 collegamenti settimanali con una perdita di quasi 68.000 passeggeri.

Tav. 35 - Movimento dei passeggeri nell'Aeroporto G. Marconi di Bologna nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre 2002.

 

 

L’estate del 2002 sembra aver finalmente invertito questa tendenza negativa e, nel solo mese di agosto 2002, sono transitati per l’Aeroporto di Bologna addirittura 405.884 passeggeri, circa 7.600 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato di agosto rappresenta il record assoluto di passeggeri in un solo mese ed è stato raggiunto soprattutto grazie allo sviluppo notevolissimo dei voli charter.

Nonostante il difficile momento, soddisfacenti risultati possono essere annoverati dal lato degli investimenti. Ricordiamo che nell’estate del 2002 è stata inaugurata la nuova torre di controllo, mentre procedono i lavori di allungamento della pista di volo. L’inaugurazione del secondo lotto dell’aerostazione ha anche reso disponibili nuovi ampi spazi nei quali sono state avviate sette nuove attività commerciali, tra le quali la più grande libreria presente in un aeroporto italiano.

Sono altresì in programma, fra l’altro, l’avvio del progetto per il terzo lotto dell’aerostazione, l’acquisto di un moderno sistema Ground Vehicles Managament System ai fini di ottimizzare la sicurezza delle operazioni sul piazzale, il completo ammodernamento degli Aiuti Visivi Luminosi per aumentare la possibilità di gestire il traffico aereo anche in condizioni di bassa visibilità.

6.7 La Fiera

Il polo fieristico bolognese è ormai uno dei più importanti centri espositivi d’Europa e, anche nel 2001, conferma l’importanza di questo suo ruolo (vedi Tav. 36). Il numero di espositori ha infatti oltrepassato le 22.000 unità; oltre un quarto di essi è straniero. Le superfici assegnate sono ulteriormente aumentate e ammontano complessivamente a più di 1.000.000 di metri quadrati (+10,6% sul 2000). I soli visitatori professionali hanno raggiunto la considerevole cifra di 1.276.000 unità (l’11,2% provenienti da un paese estero) mentre, considerando anche il pubblico generico, più di 3 milioni di persone hanno visto almeno una delle esposizioni.

Tav. 36 - Espositori e visitatori delle rassegne del quartiere fieristico di Bologna negli anni 2000 e 2001.

 

Nel quartiere fieristico di Bologna si svolgono 30 fiere (22 delle quali sono leader internazionali), che spaziano dalla moda all’informatica, dalla meccanica all’edilizia, dalla salute al tempo libero. Altre fiere vengono invece realizzate all’estero (nell'Est Europeo, nei Paesi dell'ex Unione Sovietica, nell'America Latina, in Estremo Oriente). Complessivamente al Gruppo BolognaFiere fanno capo in tutto il mondo 65 manifestazioni specializzate.

La Fiera è ora anche in rete: ultimamente è stata creata BolognaFiere Web per realizzare appunto iniziative e progetti specializzati su Internet.

6.8 L’Interporto

Nonostante la situazione di crisi generalizzata del trasporto ferroviario europeo, l’Interporto di Bologna, che si conferma tra le più attive e moderne piattaforme logistiche d’Europa, ha sperimentato nel 2001 una situazione estremamente favorevole, facendo registrare un incremento del traffico su ferro del 16,7% rispetto all’anno precedente: nel corso del 2001, infatti, le merci movimentate tramite ferrovia sono state quasi 1.700.000 tonnellate (vedi. Tav. 37). I dati dei primi 9 mesi del 2002 mostrano rispetto allo stesso periodo del 2001 un leggero incremento del movimento ferroviario delle merci, che però è il risultato di un calo del traffico container e combinato (rispettivamente -11,5% e -2,1%) e di un aumento di oltre il 65% del traffico tradizionale.

Tav. 37 - Movimento ferroviario merci (in tonn.) dello scalo di Bologna Interporto nel 2001 e nel periodo gennaio-settembre 2002.

 

Da un punto di vista logistico, nel corso del 2001 sono stati realizzati e poi dati in locazione altri 20.000 mq. di magazzini: la superficie operativa di Interporto è dunque ormai pari a 2 milioni di mq. (650.000 dei quali destinati ad impianti di Trenitalia Spa). Sono in fase di realizzazione ulteriori 70.000 mq. di magazzini e 3.000 mq. di uffici.

Attualmente il traffico giornaliero all’Interporto è di 15 treni e di 4.000 camion.