I redditi 2013 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

Lo studio, curato dall’Area Programmazione, Controlli e Statistica del Comune di Bologna, analizza le dichiarazioni dei redditi 2013 presentate dalle cittadine e dai cittadini bolognesi, evidenziando alcune disuguaglianze generazionali, di genere, di nazionalità e territoriali.

A Bologna nel 2013 i contribuenti erano 294.346 con un reddito imponibile complessivo ai fini dell’addizionale comunale all’Irpef di oltre 7 miliardi di euro; l’imposta netta pagata ammontava in totale a oltre 1,6 miliardi di euro.

Il reddito imponibile medio per ogni contribuente bolognese è risultato quindi di 23.904 euro (nel 2012 era pari a 23.682 euro), corrispondente a un’Irpef netta media pagata di 5.514 euro. E' però opportuno rilevare che a Bologna la metà dei contribuenti nel 2013 dichiarava un reddito inferiore a 19.261 euro (cosiddetto reddito mediano, misura meno influenzata del reddito medio dai valori estremi della distribuzione reddituale fra i cittadini).

Da una breve analisi relativa alle classi di reddito nelle quali si collocano i contribuenti risulta che più della metà di essi dichiara importi inferiori ai 20.000 euro di imponibile. Solo il 3,1% dei contribuenti bolognesi dichiara più di 80.000 euro e detiene quasi un quinto del totale dei redditi dichiarati.

I redditi degli uomini e delle donne

L’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2013 relativi alle cittadine e ai cittadini bolognesi evidenzia ancora una significativa differenza di genere.
I contribuenti maschi (140.824) hanno dichiarato complessivamente un reddito imponibile di quasi 4,1 miliardi di euro; le contribuenti (153.522) hanno invece dichiarato complessivamente un reddito imponibile di quasi 3 miliardi di euro. 
Nel 2013 a Bologna il reddito imponibile medio degli uomini è quindi risultato pari a 28.851 euro e quello medio delle donne a 19.365 euro.
A Bologna inoltre la metà dei contribuenti maschi nel 2013 aveva un reddito inferiore a 21.569 euro (reddito mediano), mentre per le femmine tale parametro era pari a 17.042 euro. Nel tempo questo divario di genere misurato dal reddito mediano si è sensibilmente ridotto: nel 2002 lo scarto percentuale a favore degli uomini era del 39%, oltre 12 punti in più rispetto al 26,6% del 2013.
Con riferimento alle classi di reddito, vale la pena sottolineare come solo il 5% degli uomini dichiari più di 80.000 euro di imponibile, ma per le donne tale percentuale scende addirittura all’1,4%.

I divari di reddito fra generazioni

I redditi mediani dichiarati per il 2013 dai contribuenti bolognesi aumentano al crescere dell’età fino ai 59 anni, in corrispondenza della fase finale del percorso lavorativo; dai 60 anni in poi i redditi via via diminuiscono, visto il livello mediamente più basso dei redditi da pensione, in particolare per le persone più anziane. 
Se l’analisi viene condotta a livello di genere, appare evidente come in tutte le classi di età i valori mediani femminili siano inferiori a quelli maschili. In termini relativi, il divario è però molto più contenuto tra gli adulti piuttosto che tra gli anziani.

Le tendenze di medio periodo

Confrontando i dati del 2013 con quelli del 2002, opportunamente  rivalutati per tener conto dell’inflazione che nello stesso periodo è risultata pari al 22%, appare evidente, in primo luogo, che il reddito mediano ha subito nel complesso un leggero incremento (+2,3%). Analizzando però le singole classi di età, si evince che solo le persone con più di 55 anni nel 2013 hanno dichiarato redditi il cui valore, al netto degli effetti dell’inflazione, risulta più elevato di quello percepito dai loro coetanei nel 2002.
In conseguenza di ciò, aumenta la quota di reddito imponibile attribuibile ai meno giovani: nel 2013 i contribuenti con più di 60 anni sono il 40,3% del totale e dichiarano il 42,6% dell’ammontare complessivo dei redditi, mentre nel 2002 erano il 39,7% e dichiaravano il 36% del reddito totale.

La variabilità dei redditi sul territorio

Oltre al divario di genere si rilevano a Bologna anche marcate differenze territoriali. La polarizzazione appare chiarissima consultando le numerose mappe presenti nello studio ed evidenzia che:

  • i redditi più elevati si registrano nella zona Colli (quasi 43.700 euro di reddito medio e 24.200 di reddito mediano dichiarati), nelle quattro zone che compongono il centro storico cittadino, a Murri e a Costa Saragozza. In queste sette zone della città nel 2013 risiede il 29,4% dei contribuenti, che ha dichiarato il 38,2% del totale dei redditi. La crisi economica non sembra aver modificato più di tanto questa concentrazione di ricchezza: anche nel 2002 infatti la quota dei redditi dichiarati dai contribuenti che vivono in queste sette zone era del tutto simile (39,4%);
  • i valori più bassi si raggiungono nella periferia ovest e nord, con il minimo registrato nelle zone Bolognina e San Donato (entrambe con meno di 18.000 euro di reddito mediano dichiarato nel 2013).

In tutte le zone della città i redditi mediani dichiarati dagli uomini superano nettamente quelli  delle donne. 
I divari più accentuati si registrano nelle zone Colli e Murri.

I redditi degli stranieri

Lo studio consente anche un approfondimento sulla cittadinanza dei contribuenti. In particolare, i contribuenti residenti stranieri nel 2013 sono stati a Bologna 26.531 (pari al 9,4% del totale). Il loro reddito imponibile relativo all'addizionale comunale all'Irpef ammontava complessivamente a 265,4 milioni di euro. 
Il reddito medio imponibile è risultato dunque pari a circa 10.000 euro e quello mediano, al di sotto del quale si posiziona il 50% dei contribuenti stranieri, a 7.777 euro. 
Il reddito medio e mediano degli stranieri sono molto inferiori a quelli dei contribuenti italiani (rispettivamente pari a 26.018 euro e 20.587 euro).
Questo divario riguarda entrambi i generi, ma è molto più accentuato nel caso delle donne.

I redditi delle famiglie

Altre elaborazioni hanno riguardato i redditi delle famiglie: in effetti, per la larga maggioranza della popolazione l’unità di riferimento per valutare il reale grado di benessere socio-economico non è il singolo individuo, ma la famiglia di appartenenza, nella quale spesso si combinano in modo variabile redditi percepiti da due o più componenti. 

Per quanto riguarda i redditi dei nuclei familiari si può osservare come oltre 87.700 famiglie di contribuenti siano composte da una sola persona; il reddito mediano dei single  nel 2013 risulta pari a circa 19.700 euro. Seguono per numerosità le famiglie di due componenti; in questo caso il reddito mediano pro capite scende a poco più di 17.000 euro. Meno numerose appaiono le famiglie con 3 o più componenti alle quali viene, come è ovvio, associato via via un reddito mediano pro capite più basso.