Museo Civico del Risorgimento
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REQUIEM AETERNAM DONA EIS
mercoledì 2 novembre, ore 20.15 | visita guidata
Requiem aeternam dona eis | la poesia dei simboli funerari
Un percorso per immagini curato dalla fotografa Irene Sarmenghi all'interno della Certosa, accompagnati dalle letture di Antonio Calabrò e dalle descrizioni di Roberto Martorelli. Alla ricerca di assonanze tra simboli e poesia. Lungo il cammino incontreremo alcune delle opere che hanno colpito l'immaginazione dell'artista durante le sue numerose sessioni fotografiche al'interno del cimitero, ora Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Partecipazione euro 4, ridotto 3 euro. Pagamento preferibile con soldi contati. Prenotazione obbligatoria scrivendo a museorisorgimento@comune.bologna.it Ritrovo all'ingresso principale (cortile chiesa), via della Certosa 18. A cura del Museo del Risorgimento in collaborazione con l'associazione Amici della Certosa di Bologna. Appuntamento conclusivo della rassegna Certosa di Bologna | Calendario estivo 2022.
Il Cimitero di Bologna è un vero e proprio museo a cielo aperto. La Certosa nasce come convento e ne conserva molte tracce: la sua architettura fatta di chiostri e porticati e l’unicità delle sue tombe, statue, e lapidi ne costituiscono il fascino. I monumenti che popolano la Certosa hanno una doppia valenza simbolica: rappresentano il passaggio tra il mondo terreno e un aldilà più o meno strutturato, dove regna la vita eterna o l’eterna dannazione, popolato di spettri, di angeli e di persone amate, ma rappresentano anche la soglia tra passato e presente. Ciascuno di questi monumenti assorbe la cultura, le speranze ed i valori, non solo individuali ma anche dell’intera società, in un determinato momento storico, e racchiude una riflessione su quel sistema di valori in cui si riconosce e sul quale si struttura, forse anche per condividerlo con le generazioni future. L’iconografia dei monumenti funebri rispecchia la società e quindi cristallizza i gusti e le tendenze del momento; la sua evoluzione, dalla preistoria a oggi, testimonia i diversi percorsi artistici, culturali, sociali e religiosi che si sono succeduti. I teschi, le teste di cherubini alati, le urne, le colombe e i tanti altri emblemi riportati sulle lapidi sono simboli inizialmente destinati a ricordarci il legame tra la vita e la morte, ovvero il breve passaggio nella vita terrena, e al contempo un buon auspicio per il viaggio verso l’aldilà. Col passare del tempo, il simbolo diventa più elaborato e le raffigurazioni iniziano ad essere più personalizzate suggellando il ricordo del defunto rappresentandone la cultura di appartenenza e valorizzandone la personalità. Anche in poesia “amore”, “vita” e “morte” hanno, da sempre, ispirato narratori e poeti che con parole e pensieri offrono una percezione diversa dell’infinito, dell’assenza, dell’ignoto e di tutto ciò che fa parte del mistero ultimo della vita. Il cimitero offre molteplici immagini e molteplici suggestioni; nessun altro luogo è equiparabile. Le tombe, il buio delle cripte ed i marmi sepolcrali sono da sempre fonti di ispirazione per versi immortali. Durante le mie visite all’interno della Certosa, percorrendo portici e chiostri, campi e recinti la mia attenzione si è focalizzata sulla moltitudine e sulla diversità dei simboli posti su tombe e lapidi spesso accompagnati da epigrafi e frasi poetiche. La ricerca dei significati dei simboli e la lettura dei testi incisi mi ha riportato alla mente i versi di poeti studiati molto tempo fa. Partendo dalla ricerca e documentazione fotografica del simbolo e del suo significato è nato questo progetto fotografico che ha l’ambizione di mostrare l’assonanza tra simbologia funeraria e poesia. La cifra stilistica di questo progetto è orientata sul particolare: i monumenti funebri non vengono mai ripresi nella totalità, le riprese sono ravvicinate con inquadrature analitiche in cerca di segni in grado di riprodurre figure simboliche e allo stesso tempo poetiche.
Irene Sarmenghi
2 Novembre 2022
20.15
CERTOSA DI BOLOGNA | CALENDARIO ESTIVO 2022