Museo Civico Archeologico
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I vasi attribuiti alle fabbriche apule costituiscono circa la metà della produzione conosciuta di ceramica italiota a figure rosse.
Essi dunque rivestono un'importanza notevole anche per la ricchezza del repertorio di immagini che ci hanno trasmesso.
Grazie alle scoperte degli ultimi decenni in numerosi siti dell'Apulia, la conoscenza della ceramica apula si è notevolmente ampliata ed è stato possibile definire con maggiore chiarezza la distinzione tra due filoni principali nella decorazione dei vasi: quello chiamato semplice e l' ornato.
Il primo, a cui va assegnato anche questo cratere, attribuito alla cerchia del Pittore di Tarporley, è caratterizzato da crateri a campana e a colonnette, da hydriai e da pelikai con raffigurazioni relativamente semplici, da una a quattro figure, spesso associate a Dioniso.
In particolare, in questo cratere Dioniso è raffigurato, in compagnia di un Sileno e di una giovane, nel corso della preparazione del gioco del kottabos: i convitati dovevano colpire, con il vino gettato dalle coppe, un piatto posto in equilibrio su un bastone al centro della sala del banchetto.
Provenienza: Collezione Palagi
Datazione: primo ventennio del IV secolo a.C. Cerchia del Pittore di Tarporley, Pittore di Bologna PU 425
Materiale: ceramica
Dimensione: altezza cm 31,5
Numero di inventario: G 250 (PU 425)