Museo Civico Archeologico
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Lo skyphos, l'oinochoe e il boccale, recipienti utilizzati per bere e versare il vino, appartengono ad una caratteristica produzione magno-greca, detta ceramica “di Gnathia” il cui nome deriva dall’antica città di Egnathia (prov. Brindisi) dove si rinvennero i primi esemplari. Inventata nel corso della prima metà del IV sec. a.C., presumibilmente a Taranto nelle stesse officine in cui si producevano i vasi a figure rosse, annovera scene figurate di grande impegno, legate al teatro o al mondo dionisiaco, in cui l’uso combinato dell’incisione e dei tre colori principali, bianco, rosso e giallo, ottengono effetti di alto livello.
Principale caratteristica di questa produzione è quella di avere l'intera superficie del vaso ricoperta di una vernice nera lucente, su cui vengono sovraddipinte piccole composizioni di scene figurate, di contenuto prettamente funerario, desunte dal repertorio dionisiaco.Con il procedere del tempo prevale la serialità: le scene si rarefanno, lasciando il posto a singole figure od oggetti inquadrati da tralci di vite e rami d’edera, fino all’estrema semplificazione degli schemi ornamentali, soprattutto su numerosissimi contenitori di piccole e medie dimensioni, o alla riduzione della zona decorata, in seguito all’introduzione dei vasi baccellati.
Provenienza: Collezione Palagi e dono Brunelli
Datazione: seconda metà del IV secolo a.C. circa
Materiale: Collezione Palagi e dono Brunelli
Dimensione: altezza cm 10; cm 11,2; cm 22,7
Numero di inventario: G 515, G 573, G 434 (PU 752, 764, 715)