Gianni Alasia (classe 1927) è stato giovanissimo partigiano nelle
Brigate Matteotti con cui ha preso parte alla liberazione di Torino. Operaio,
licenziato per rappresaglia antisindacale, è stato segretario della
Camera del lavoro di Torino per quindici anni (1959-1974) e, militante
della sinistra socialista, ha partecipato alla fondazione del Psiup, confluendo,
quindi, allo scioglimento di questo, nel Pci. Assessore regionale e parlamentare,
ha scritto numerosi testi che sempre intrecciano la testimonianza, le esperienze
sindacale, politica, umana con grande documentazione e capacità
di analisi sull’oggi. Di fondamentale importanza, scritto in collaborazione
con altri, "I lavoratori studenti" (Torino, Einaudi, 1969).
L’ultimo suo lavoro verte sulla Spagna, dalla guerra civile del 1936-1939
al declino e crollo del franchismo negli anni settanta.
Sulla prima parte, non potendo per motivi anagrafici, parlare in prima
persona del dramma della guerra civile e del suo significato sul movimento
operaio spagnolo ed italiano, Alasia si affida alle testimonianze. La vittoria
elettorale del Fronte popolare, la tensione sociale che la Spagna vive
negli anni trenta, l’immediato “alzamiento” delle forze reazionarie e di
gran parte dell’esercito sono narrati da Giovanni Pesce, medaglia d’oro
della Resistenza, che, giovanissimo, a diciotto anni (era fuggito in Francia,
nel 1923 con i genitori, dopo la vittoria del fascismo in Italia), combatte
con le forze repubblicane. E’ l’epopea delle Brigate internazionali, di
una delle più grandi espressioni di internazionalismo che il Novecento
ricordi. Migliaia di volontari accorrono in Spagna dal mondo intero e tra
questi molti italiani che vedono nella lotta contro Franco la prima tappa
di uno scontro a livello europeo se non mondiale. Il racconto di Pesce
prosegue raccontando il primo scontro a fuoco, quindi le battaglie di Guadalajara
e dell’Ebro. Dalla guerra civile passa, quindi, alla tremenda repressione
che la segue (è enorme il numero dei fucilati e dei carcerati) sino
alle forme di solidarietà che il nostro paese metterà in
atto, dopo il 1945, per gli antifascisti spagnoli.
Dagli anni trenta ai settanta, alle difficoltà del franchismo,
alle modificazioni della società spagnola. Parla di questi Bianca
Guidetti Serra, avvocata torinese, inviata dai sindacati italiani, come
membro della Associazione giuristi democratici ad assistere al processo
contro i “dieci di Carbanchel”, attivisti sindacali oppositori del regime
(fra questi Camacho). Le condanne saranno durissime, sino a venti anni,
in un clima reso ancora più teso dall’attentato a Carrero Blanco,
delfino di Franco, avvenuto per coincidenza proprio in quei giorni.
Il testo prosegue analizzando l’intreccio di iniziative operaie tra
Italia e Spagna, soprattutto a causa della presenza, nei due paesi, della
Fiat. Alasia, come sempre, fornisce dati, analisi della struttura economica
e della multinazionale, documenti.
Su questa fase è di grande interesse ancora una testimonianza,
quella di Alberto Tridente, dirigente della Cisl; i legami, non solo di
solidarietà, fra lavoratori, si esprimono nel rapporto, reso certo
difficile dalla illegalità tra fabbriche e categorie sindacali
dei due paesi, Michelin, Italsider, cantieri navali, alimentaristi, edili,
bancari.
Oltre ai documenti e ai giornali, Alasia riporta il resoconto di un
convegno svoltosi nel 1974, a Candia, presso Ivrea e del seminario (marzo
1975) dell’Istituto Gramsci di Torino.
Nel primo, ospiti del vescovado di Ivrea (mons. Bettazzi), sindacati
italiani e lavoratori spagnoli, ancora nella clandestinità, lavorano
congiuntamente. Nel secondo, operai, studiosi e sindacalisti italiani e
spagnoli discutono della congiuntura economica, della crisi dell’industria
automobilistica, delle politiche rivendicative. Il testo riporta gli interventi
di due operai spagnoli, di Gastone Cottino, Lucio Libertini, Paolo Franco,
segretario della Flm torinese, ma soprattutto studi attenti sulla realtà
della Fiat e della Seat, analisi non contingenti sulle prospettive dell’auto.
Ancora, convegni avvenuti in Spagna nel delicato periodo di transizione
seguito alla morte di Franco, giornali di fabbrica in cui si cerca un rapporto
fra due realtà in cui la somiglianza delle tematiche inizia a prevalere
sulle diversità.
Per ultimo, il resoconto dell’incontro, a Barcellona, tra il Partito
socialista unitario catalano e il Pci sui problemi dell’economia. E’ il
giugno 1980. Sono alle porte le 35 giornate di agitazione alla Fiat italiana,
la marcia dei 40.000, i 23.000 espulsi dalla produzione.
Il libro di Gianni Alasia, ancora una volta, è utile strumento
per conoscere una stagione che è appena alle nostre spalle, per
riscoprire una documentazione dimenticata, per rivivere una pagina di vero
internazionalismo che ha percorso gran parte del secolo che abbiamo alle
spalle.
Sergio Dalmasso