ESPERIMENTO DI TRASFORMAZIONE BATTERICA SU Escherichia coli
Questo
procedimento, ampiamente usato nelle biotecnologie in ambito agrario, in medicina e in
molti altri campi, consiste nell'acquisto da parte della cellula di un frammento di DNA.
In seguito alla trasformazione l'organismo rende visibile l'informazione acquisita con una
nuova caratteristica prima assente.
Possiamo
trasformare il batterio Escherichia coli con
un gene che codifica per la proteina verde
fluorescente (Green Fluorescent Protein) presente
in natura nella medusa bioluminescente Aequorea
victoria che è la sorgente di questo gene. In tal modo potremo distinguere alla fine
dell'esperimento le colonie batteriche trasformate, che ai raggi UV mostreranno un
particolare colore verde fluorescente.
La soluzione di trasformazione
è una soluzione 50mM di CaCl2. I cationi Ca2+ neutralizzano le
cariche negative repulsive dei fosfati del DNA e dei fosfolipidi della membrana cellulare,
permettendo così al DNA di attraversare la parete cellulare e di penetrare all'interno
della cellula.
Inoltre si deve
eseguire una procedura di shock termico per migliorare l'efficienza di uptake batterico.
Infatti lo shock termico aumenta la permeabilità della membrana cellulare verso il DNA
(50s a 42°C, trasferimento rapido in ghiaccio per 2 minuti e poi temperatura ambiente).
Il plasmide pGLO
è il frammento di DNA che viene introdotto nel batterio, è formato da 5400 paia di basi
e contiene diverse informazioni genetiche inserite tramite gli enzimi di
restrizione: · ori: punto di origine della replicazione. Il
plasmide, ad alto numero di copie, si replica autonomamente
a partire dal punto di origine della replicazione. · GFP: gene che codifica la Green Fluorescent Protein · AraC: proteina
regolatrice dell'operone arabinosio I terreni di
coltura che permettono ai batteri di crescere contengono anche sostanze in grado di
selezionare i batteri trasformati e di rendere evidente la trasformazione: ampicillina
(amp)un antibiotico che blocca la crescita delle cellule, arabinosio (ara) uno zucchero
che inattiva il repressore |