Prometeo
restituisce il fuoco agli uomini dopo averlo rubato nell'Olimpo Il primo a dare forma scritta al mito è Esiodo. Secondo la sua narrazione Prometeo, iscritto nel contesto della lotta fra Zeus e i Titani, inganna il padre degli dei offrendogli le ossa di un toro sacrificato avvolte nel grasso, per farle apparire la parte migliore, riuscendo cosi a conservare le carni per gli uomini. Zeus punisce allora gli uomini privandoli del fuoco, emblema di civiltà e progresso, che però il titano restituisce loro dopo averlo rubato dall'Olimpo. Per questo, Prometeo è condannato ad essere incatenato nudo su una rupe del Caucaso, dove un'aquila di giorno gli rode il fegato che ricresce durante la notte. Verrà liberato solo da Eracle che ucciderà l'aquila. Nella versione eschilea del "Prometeo incatenato", la figura del titano viene esaltata come quella del civilizzatore del genere umano e suo liberatore nella lotta contro la tirannide, capace di infondergli la consapevolezza della propria grandezza. Platone, nel suo dialogo" Protagora", lo rappresenta come il creatore stesso dell'uomo, cui avrebbe dato la forza di resistere agli ostacoli posti dalla natura attraverso la tecnica. Quest'ultima avrebbe tuttavia dovuto unirsi alla giustizia ed al rispetto, elargiti da Zeus, per consentire all'uomo di organizzarsi societariamente.. |
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Prometeo emblema del propugnatore della ricerca umana di superare i propri
limiti e di ergersi a dominatore della natura L'uomo ambisce ad impadronirsi dei"misteri" della natura per servirsene nell'interesse particolare della nostra specie |
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.I progressi registratisi nel campo
delle scienze biologiche nel corso di questi ultimi decenni ci hanno consentito di
giungere ad acquisire la capacità di esercitare una forma di controllo sulla vita e sulla
sua manifestazione sulla terra. In particolare, l'acquisizione della tecnica del DNA
ricombinante ci ha reso possibile la realizzazione dei cosiddetti organismi geneticamente
modificati e lo studio di terapie per la cura di malattie genetiche, che da sempre hanno
colpito la sensibilità degli uomini sia per la loro particolare gravità sia per la
supposta impossibilità di cura. Entrambe le applicazioni, che già hanno apportato non trascurabili benefici, aprono straordinarie prospettive di risoluzione di annose questioni altrimenti assai difficilmente risolubili. In campo alimentare l'impiego di tipi di ortaggi più resistenti e capaci di sfruttare al meglio le risorse del terreno paiono ad oggi l'unica valida risposta ad un fabbisogno alimentare in continua crescita per l'inarrestabile sviluppo demografico dei paesi poveri, mentre in campo medico la terapia genica si configura come la più adeguata, e spesso anche l'unica, soluzione di un ragguardevole numero di patologie. |
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Naturalmente, i rischi
connessi ad un uso irresponsabile e sbagliato di tali mezzi, che pure non giustificano il
clima allarmistico oggi fomentato da campagne ambientaliste spesso supportate solo
dall'ignoranza dei loro organizzatori e dalla credulità dei partecipanti, sono
considerevoli ma non tali da richiedere la sospensione di ricerche e sperimentazioni
utilissime. La tecnica deve essere temperata dalla dalle regole sociali Come nel mito di Prometeo l'uomo ha la capacità di resistere alla natura per mezzo della tecnica, tuttavia tale abilità deve essere temperata dalla giustizia e dal rispetto, cioè da adeguate regole sociali. E' quindi doveroso è un rigido controllo da parte delle autorità nell'interesse del consumatore e per preservare la sacralità della vita umana, sempre fine e mai mezzo di, ogni ricerca. |