Di seguito sono trascritte (tratte dall’omonimo libro scritto da Adriana Velardi) alcune essenziali indicazioni riguardanti il fenomeno NDE e la trascrizione integrale di una seduta RIP che mostra analogie con i vissuti caratteristici delle NDE.
Le RIP trascritte nel libro, furono raccolte nel periodo in cui Adriana
Velardi realizzava la sua tesi di laurea.
NDE
(Near Death Experiences o Stati di Premorte)
Pre-Morte (SPM) o Esperienze di Pre-Morte (EPM), solitamente si verifica nei soggetti che dopo aver avuto un trauma fisico che avrebbe dovuto portarli alla morte (a causa di arresto cardiaco spontaneo, di un grave incidente, o durante un intervento chirurgico) sono sopravvissuti. Moltissime di queste persone, in tali occasioni sono state dichiarate clinicamente morte, perché oltre ad avere il battito cardiaco totalmente assente, non presentavano più alcuna attività cerebrale (EEG). Ciononostante, inspiegabilmente, dopo svariati minuti (a volte anche ore, vedi caso Rodonaia in “La pagina degli amputati), una volta tornati alla vita, riferiscono ai medici, agli infermieri, ai parenti e agli amici dei ricordi straordinari: mentre erano “clinicamente morti”, avevano continuato ad avere la percezione visiva e sonora di quello che stava accadendo attorno a loro ed anche in luoghi molto distanti da quello in cui era stato collocato il corpo. Più precisamente, una volta “risvegliati”, hanno descritto dettagliatamente quello che avevano fatto e detto i primi soccorritori e poi gli infermieri ed i medici, mentre tentavano di rianimarli, ed anche ciò che amici e parenti compivano, dicevano o pensavano, mentre si trovavano all’interno delle rispettive abitazioni o al lavoro.
Negli ultimi trentacinque anni, a livello mondiale, l’interesse per queste esperienze in ambito scientifico è stato sollevato da Raymond A. Moody (precedentemente altri studiosi se ne erano occupati - in particolare Frankl e Potzel - mostrando però maggiore interesse nei confronti dell’evento morte e non per l’esperienza premortale), egli è ritenuto il massimo divulgatore degli studi sulle NDE. Moody fu il primo a raccogliere dati sulle NDE, rendendoli pubblici durante le sue conferenze e tramite i suoi libri; il primo libro, “La Vita Oltre La Vita”, è ancora oggi un testo fondamentale per tutti coloro che si sono occupati e si interessano del fenomeno. In “La Vita Oltre La Vita” Moody lanciò una sfida a tutti gli studiosi di medicina, a cui chiedeva di impegnarsi maggiormente nelle ricerche concernenti le esperienze vissute in punto di morte. (Raymond Moody, è nato in Georgia nel 1944; nel 1969 si è laureato in Filosofia e successivamente in Medicina e in Psichiatria. Ha insegnato per tre anni etica, logica e filosofia del linguaggio alla East Carolina University. Ha anche insegnato Psicologia al Western Georgia State College di Carrollton, un istituto che ha un reparto di psicologia in cui si enfatizza lo studio del paranormale. Il Western Georgia State College, non ignora la terapia cognitiva, ma su volere del suo fondatore William Roll, sin dagli anni Sessanta organizza corsi sui fatti inspiegabili, tra essi vi sono corsi sull’astrologia, sulle esperienze di Pre-Morte, sui fantasmi, unitamente a quelli sull’ipnosi, sull’auto-ipnosi e sulla moderna psicoterapia sciamanica. Attualmente è titolare della Cattedra “Bigelow” per gli Studi sulla Coscienza di Las Vegas).
Da allora molti studiosi si sono cimentati in questa ricerca e, mentre i non addetti ai lavori erroneamente pensano che essa sia relegata al pensiero esoterico o occultista, in realtà la questione è dibattuta soprattutto in ambito accademico e le rare volte che sono state prese in esame tesi esoteriche, lo si è fatto per invalidarle. I più agguerriti contro le tesi esoteriche sono i parapsicologi che, pur ammettendo l’esistenza di fenomeni paranormali, sono impegnati a cercarne le cause scientifiche per poterli riprodurre in laboratorio, seguendo i canoni della scienza empirica.
LA TECNICA RIP
(tecnica di Regressione Ipnotica Prenatale)
Quando iniziai questa ricerca, sinceramente non credevo che, nel mondo, tanti scienziati (docenti universitari, medici, psichiatri e psicologi) in soli trentacinque anni si fossero intensamente occupati delle NDE e degli altri due fenomeni ad essa affini: il fenomeno OBE e la tecnica denominata di Regressione Ipnotica Prenatale. In ambito scientifico O.B.E. oppure O.O.B.E, deriva dall’espressione inglese Out Of Body Experiences con la quale, nei paesi di lingua anglosassone, viene indicata la bilocazione e che letteralmente significa “esperienza fuori dal corpo” fisico. Questa esperienza rappresenta uno dei principali vissuti o fasi che si manifestano durante una NDE.
La Regressione Ipnotica Prenatale (RIP), è una tecnica che evidenzia grandissime analogie con la NDE
perché i soggetti ipnotizzati dichiarano tutti di avere vissuto una vita precedente e, nel momento in cui descrivono la loro morte, raccontano vissuti identici a quelli di chi sostiene d'essere deceduto e poi tornato in vita. La RIP si fonda sui principi della tecnica ipnotica classica e da molti anni viene utilizzata per scopi terapeutici, in ambito psicologico, psichiatrico e psicoterapeutico.
Nell’utilizzo della tecnica RIP si riscontrano numerose analogie con il fenomeno NDE. Il campione di persone da me analizzato, ancora non è in grado di comprendere
perché durante l’esperienza ha vissuto specifici fenomeni, ma dichiara che da essa ha ricevuto chiarimenti o aiuti per la vita attuale. Come accade nella vita di tutti i giorni, il ricordo del passato porta giovamento al presente.
Da un punto di vista filosofico, ciò che emerge dal dibattito internazionale circa le NDE , OBE
e RIP, è la necessità di rivisitare antichi autori (greci in particolare),
ai quali troppo spesso sono stati attribuiti racconti simbolici, perché,
forse, fantasiosi. Anche da queste ricerche si evidenzia quanto gli studiosi
di Ermeneutica, Archeologia, Antropologia hanno ipotizzato già da molti
anni, e cioè che le epoche mutano e con esse gli usi linguistici e, a causa di tali mutamenti, spesso si dimentica il vero significato delle antiche terminologie le quali però si riferivano ad eventi realmente accaduti. Più volte gli studiosi hanno dibattuto circa l’esistenza reale, di persone mitiche o mitologiche, di luoghi, città, civiltà che ora non esistono ma che nei libri antichi sono perfettamente descritti. Mai come ora però il dibattito internazionale sollevato dagli studi delle NDE si è aperto su un tema uguale per tutti e in tutte le epoche, la morte. Pare si sia finalmente compreso che (forse) le narrazioni relative agli “Oracoli dei Morti” non erano frutto di leggende, ma la trasmissione orale e scritta con cui veniva descritta una tecnica utilizzata dagli antichi, i quali non avevano paura della morte e dei defunti, mentre invece l’attuale società occidentale ne è terrorizzata, al punto di voler ignorare la morte (propria e degli altri), per cui delega altri per l’assistenza dei propri cari, e accetta che sorgano (come già accadde in epoca medioevale per i diseredati e gli appestati) associazioni di laici o religiosi che si occupano dei morenti, non
perché appestati, ma in quanto testimoni di un evento che attesta una sconfitta, in anni in cui si è creduto, e molti ancora credono, che la scienza medica può sconfiggere ogni male, può rendere immortali.
Le NDE, le OBE e le RIP, sicuramente fanno riflettere e allo stesso tempo danno speranza ed offrono ai cultori dell’eternità la possibilità di crederci, anche se devono adattarsi all’abbandono del corpo fisico, al distacco (così sapientemente illustrato dalla filosofia orientale) dalla materia.
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COMMENTO CHE IL C.S.P. (CENTRO STUDI PARAPSICOLOGICI) PUBBLICO' ALL'INTERNO
DELLA PROPRIA RIVISTA,
NELLA PAGINA
NEWS
IN: NOTIZIARIO
N° 13 DEL C.S.P. DI BOLOGNA
FASI CARATTERISTICHE DEL FENOMENO NDE
Di seguito vengono descritti i vissuti (ovvero le esperienze soggettive, simili tra loro, dei soggetti che hanno sperimentato la NDE.) e che sono maggiormente tenuti in considerazione dai ricercatori di tutto il mondo che operano in ambito medico, farmacologico, psichiatrico, psicologico, psicofisiologico e parapsicologico.
Per alcuni studiosi la presenza di uno o più di tali elementi è sufficiente per determinare la NDE, mentre per altri sono valide le fasi evidenziate dal test elaborato da Bruce Greyson.
Identiche fasi emergono durante le sedute di RIP, quando il soggetto descrive la fine di una vita precedentemente vissuta.
Sensazione della morte
Molte persone non realizzano immediatamente che l’esperienza che stanno vivendo ha a che fare con la morte. Raccontano d’essersi trovate a fluttuare al di sopra del loro corpo, d’averlo guardato a distanza e d’avere improvvisamente provato paura e/o imbarazzo. In questa situazione arrivano a non riconoscere come proprio il corpo che vedono dall’alto, spesso la grande paura iniziale cede il posto alla chiara consapevolezza di quanto sta accadendo. Mentre si trovano in questo stato, le persone sono in grado di comprendere quello che medici ed infermieri si comunicano, anche se non hanno alcuna cultura medica, ma quando tentano di parlare con essi o con altre persone presenti, si rendono conto che nessuno riesce a vederli né a sentirli. Allora cercano di attirare l’attenzione dei presenti toccandoli, ma quando lo fanno, le loro mani passano direttamente attraverso il corpo del medico o infermiera. Dopo avere tentato di comunicare con gli altri, generalmente provano un maggiore senso della loro identità, e a questo punto la paura si trasforma in beatitudine, ed anche in comprensione.
Senso di pace e assenza di dolore
Finché la persona resta nel suo corpo può vivere un’intensa sofferenza, ma quando lo abbandona sopravviene un grande senso di pace e di assenza del dolore.
Il tunnel
Questa esperienza solitamente subentra dopo che è stata sperimentata quella dell’abbandono del corpo (fisico). La persona si trova di fronte ad un tunnel, oppure davanti ad un portale e si sente spinta verso le tenebre. Dopo avere attraversato questo spazio buio, entra in una luce splendente.
Alcune persone invece di entrare nel tunnel dicono d’essere salite lungo una scalinata. Altri hanno affermato d’avere visto delle bellissime porte dorate, che indicano il passaggio in un altro regno. Alcuni soggetti hanno dichiarato che, nell’entrare nel tunnel, hanno sentito un sibilo o una specie di vibrazione elettrica oppure un ronzio.
L’esperienza del tunnel non è una particolare scoperta degli attuali ricercatori, infatti già nel quindicesimo secolo, Hieronymus Bosch nel dipinto che ha per titolo “Visioni dell’aldilà: Il paradiso terrestre - L’Ascesa all’Empireo”, descrive quello che solitamente racconta chi ha vissuto una NDE.
Nel quadro, in primo piano sono raffigurati dei moribondi circondati da esseri spirituali che attirano la loro attenzione verso l’alto; i moribondi attraversano una galleria buia (il tunnel) per raggiungere la luce. Una volta superato il tunnel ed entrati nella luce, i moribondi sono raffigurati mentre si inginocchiano rispettosamente.
Anche se le descrizioni variano, l’attraversamento di un passaggio che conduce verso una luce intensa è identico per tutte le persone che hanno vissuto la NDE.
Gli Esseri di Luce
Una volta superato il tunnel, generalmente la persona riferisce d’avere incontrato degli “esseri” che brillano di una stupenda luce, che permea ogni cosa e riempie il soggetto d’amore. In questa dimensione, luce e amore sono la stessa cosa; la luce è descritta come molto più intensa di qualsiasi altra conosciuta in Terra, non è accecante ma è calda, stimolante, viva.
Oltre alla intensa luce, molte persone raccontano di avere incontrato amici o parenti (precedentemente deceduti) contraddistinti da corpi luminosi ed eterei; di avere visto bellissime scene pastorali e città fatte di luce la cui grandiosità è indescrivibile.
In questa situazione la comunicazione non si svolge come al solito a parole, ma “telepaticamente”, è una comprensione immediata.
Il
Supremo Essere di Luce
Dopo avere incontrato diversi esseri di luce, generalmente, la persona “clinicamente deceduta”, incontra un essere che definisce il “Massimo Essere di Luce”.
Chi ha avuto un’educazione cristiana spesso lo identifica con Dio o Gesù; coloro che professano altre fedi lo chiamano Buddha o Allah. Gli atei riferiscono che non si tratta di Dio e neppure di Gesù, ma è un essere sacro. Tutte le persone dichiarano che si tratta di un essere che emana amore e comprensione assoluti.
Quasi tutte le persone dicono di avere desiderato di restare per sempre con lui, desiderio che però non può essere soddisfatto e, solitamente, uno degli esseri di luce (parenti defunti ecc.) o il Massimo Essere di Luce, dopo che il soggetto ha riesaminato la sua intera vita, lo invita (o gli ordina) di rientrare nel suo corpo terreno.
Visione panoramica della vita
Quando ciò avviene non vi sono più contorni materiali, ma solo una visione panoramica a colori e a tre dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal soggetto in stato di NDE, durante la vita. Solitamente questa situazione si verifica nella prospettiva di una terza persona, non si svolge nel tempo da noi conosciuto ma l’intera vita del soggetto è presente contemporaneamente.
In questa condizione si rivedono le azioni buone e cattive compiute fino a quel momento, e si percepisce immediatamente l’effetto che esse hanno procurato sul prossimo. Durante tutto il tempo in cui il soggetto riesamina la sua vita, l’Essere di luce gli resta accanto, gli pone delle domande (ad esempio che cosa ha fatto di bene nella sua vita), l’aiuta a compiere la revisione e a sistemare (in prospettiva) tutti gli eventi della sua vita.
Le persone che hanno vissuto una NDE si convincono che la cosa più importante della vita è l’amore, seguito (per la maggior parte di loro) dalla Conoscenza. Mentre i sopravvissuti rivedono i momenti della loro esistenza in cui hanno imparato qualcosa, l’Essere di luce sottolinea che, oltre all’amore, una delle cose che si può portare con sé al momento della morte è la conoscenza.
Generalmente quando la persona torna in vita, ha un gran desiderio di approfondire le sue conoscenze intellettuali, spesso diventa un avido lettore anche se, nel suo recente passato, non amava studiare, oppure si iscrive a corsi che gli permettono di approfondire argomenti da lui mai prima trattati.
Rapida ascesa al cielo
Non tutte le persone che hanno vissuto una NDE fanno l’esperienza del tunnel, alcune invece raccontano d’essersi sentite fluttuare, di essere salite rapidamente al cielo e di aver visto l’universo dalla stessa prospettiva dei satelliti e degli astronauti.
Riluttanza a tornare in vita
L’esperienza di Pre-Morte è talmente piacevole che molte persone non vorrebbero tornare indietro e, spesse volte, sono molto adirate con i medici che le hanno fatte ritornare. E’ però una reazione momentanea e, solitamente dopo una settimana (anche se rimpiangono lo stato di beatitudine vissuto durante la NDE), sono felici d’avere avuto l’opportunità di continuare a vivere. La maggior parte delle persone riferisce che, se avesse dovuto pensare solo a se stessa, sarebbe rimasta nell’altra dimensione. Tutti dichiarano che sono ritornati per amore dei loro bambini oppure per i genitori o i coniugi.
Differente percezione spazio – temporale
Tutte le persone che hanno sperimentato l’esperienza di Pre-Morte raccontano che in quella dimensione il tempo è notevolmente compresso e assolutamente diverso da quello segnato dagli orologi; spesso viene descritto come l’esperienza o il senso dell’eternità.
Durante la NDE, generalmente i confini imposti dallo spazio nella vita quotidiana scompaiono. Infatti, se la persona (ritenuta da medici ed infermieri morta) vuole recarsi in uno specifico posto, può farlo semplicemente pensando di esservi. Alcuni soggetti hanno riferito che, mentre si trovavano fuori dal corpo ed osservavano il lavoro svolto dai medici nella sala operatoria, se volevano vedere i loro parenti, era sufficiente che desiderassero spostarsi nella sala d’aspetto o raggiungere l’abitazione o il luogo in cui si trovavano.
Trascrizioni integrale di
una seduta RIP
Questa seduta è estremamente interessante perché il soggetto, oltre a descrivere il luogo in cui
ritiene d'aver precedentemente vissuto, ha anche fornito il nome, cognome, data di nascita propri ed anche quelli del marito e dei figli avuti in epoca prenatale.
(D = Domanda;
R
= Risposta)
D
dimmi dove ti trovi e cosa vedi?
R
Alberi, cavalli, gente a cavallo. Sono una donna, con abito lungo. Il vestito è bello, passeggio, sono giovane e bella. C’è una grande casa, è la mia casa
D
ci sono persone nella casa, chi sono?
R
camerieri
D
come sono vestiti?
R
le donne indossano un abito lungo
D
dove ti trovi? descrivi il luogo geografico e la struttura architettonica delle case
R
palazzo, è una villa dove io vivo
D
dove vivi tu?
R
sì
D
in che epoca ti trovi?
R
i vestiti sembrano del 1600 o 1700. La parrucca, la indossa mio marito. Il mio vestito è largo, molto bello
D
come ti chiami?
R
ANNA
D
che lingua parlate?
R
lui va in carrozza [il marito]
D
ti sta salutando?
R
sì
D
che lingua parla?
R
non so
D
fai attenzione
R
Italiano. Sono triste, sola, sola, molto sola, piango. La casa è bella, grande, fredda, vuota
D
quanti anni hai?
R
giovane, 20
D
in quale zona d’Italia ti trovi
a vivere, se sei in Italia?
R
vedo il mare a sinistra [della casa], il giardino; la casa è sul mare.
Sicilia. La città è Palermo, [
D
che lavoro fa tuo marito?
R
è ricco, non lavora, si occupa da sé stesso dei suoi affari. Io suono, canto, studio, leggo
D
che cosa stai leggendo?
R
poesie
D
di chi?
R
sono fragile
D
chi è l’autore delle poesie che stai leggendo?
R
SAFFO
D
in quale lingua è scritto il libro che stai leggendo?
R
francese
D
ora quanti anni hai?
R
20 - 30. Scrivo un diario. Scrivo che sono sola, infelice, non è la vita che volevo. Volevo vivere con gente interessante, intellettuali, studiosi
D
puoi dirmi quale è il tuo cognome da ragazza e poi da sposata?
R
RIPOLI, da ragazza; CALO’, da sposata
D
puoi dirmi il nome di tuo marito?
R
CLAUDIO
D
puoi dirmi il giorno, mese ed anno in cui sei nata?
R
06.02.1720 alle ore 02,00
D
puoi dirmi il giorno, mese ed anno di nascita di tuo marito?
R
05.08.1700
D
ami tuo marito?
R
no
D
lui ti ama?
R
no. Ci siamo sposati per interesse
D
hai figli?
R
sì, tre, vivono con noi
D
a che età hai avuto l’ultimo dei tuoi figli?
R
a 30 anni
D
puoi dirmi il nome dei tuoi figli?
R
Claudio [il più grande];
Carlo [il secondo];
Concetta [l’ultima]
D
puoi dirmi le loro rispettive date di nascita?
R
Claudio
10.10.1742; Carlo
03.01.1744; Concetta
01.07.1750. Concetta non la volevo; non volevo un altro figlio perché stavo male. Concetta era bella, mi somigliava, l’ho amata tanto, è dolce
D
puoi dirmi se, tra le persone che fino ad ora hai veduto, c’è qualcuno che conosci nella vita attuale?
R
F.
D
chi è F.?
R
la mia attuale figlia era Concetta
D
puoi muoverti liberamente in questa vita, vai dove vuoi
R
stavo bene con i miei genitori, quando ero ragazzina, nell’infanzia. I miei genitori erano ricchi, avevo altri fratelli ma ero la più amata, la più intelligente, la più allegra. Da ragazza ed anche da sposata dipingevo.
D
in quella vita hai cercato di curarti dalla depressione e come?
R
bevevo liquori; mi stordivo con tutto
D
puoi spiegarmi meglio?
R
con polveri
D
che polveri erano?
R
medicine che mi dava il medico. La casa è triste, vuota
D
dici così perché non ci sono più i tuoi figli?
R
i figli c’erano, ma non bastavano a riempire il vuoto
D
oltre ai figli, hai amato qualche uomo? e qualche uomo diverso da tuo marito ti ha amata?
R
oltre ai figli non ho amato nessun uomo, e nessuno mi ha riamata. Nella casa dei miei genitori era pieno di gente, [l’atmosfera] era vivace. C’era gente intelligente, artisti, scrittori, poeti, la poesia mi piaceva
D
scrivevi poesie?
R
sì
D
puoi leggere una tua poesia, dirmi il titolo e leggerla?
R
“Sulla vita” [è il titolo]: "La vita è una giostra" [è il primo verso, non va oltre]. Suonavo la musica e cantavo, scrivevo le parole delle mie canzoni.
D
ora vai al tuo ultimo giorno di vita, e dimmi dove ti trovi, che aspetto hai?
R
sono sul letto della mia solita casa [in cui viveva da sposata], c’è la cameriera
D
quanti anni hai?
R
40
D
cosa è accaduto, perché stai morendo?
R
voglio morire, sono malata di depressione
D
in che modo sopravviene la morte?
R
lentamente
D
perché stai morendo?
R
non mangiavo
D
ora
descrivi quel che accade nel momento della morte
R
c’è un tunnel buio, poi
qualcuno mi dà la mano,
mi aiuta.
Esco nella luce e
qui c’è anche un bambino mio morto, che mi accoglie; ci sono molti
amici e
amiche che mi volevano bene, sono venuti a prendermi.
Sul letto c’è il mio corpo sfigurato, poi torna sereno. Mia figlia Concetta era morta prima di me; quanto dolore quando muore lei; che dolore; la mia bimba che tanto amavo; era dolce e delicata. Concetta muore prima di me, che sofferenza, che dolore!
D
come mai era morta, cosa era accaduto?
R
aveva avuto la febbre e muore presto, in fretta. Ora che sono morta è con me. Dopo la sua morte ho incominciato a morire anche io. Era l’unica persona che mi teneva legata alla terra. Avevo solo lei in quella vita da sposata. Le volevo tanto bene, era un angelo. Ora
sono nella
luce,
Concetta [è con lei] sta bene; continuiamo a scrivere, a cantare, a leggere insieme
D
ora torna alla tua attuale vita.